A che servono i fertilizzanti?
Provando a spiegare con parole più semplici quanto previsto dalla normativa, possiamo dire che è un fertilizzante qualsiasi sostanza o prodotto che abbia la funzione di nutrire una pianta o la sua rizosfera o di migliorarne le capacità di assorbimento dei nutrienti.
Va da sé che una definizione così ampia comprenda prodotti anche molto diversi tra loro, ma quando il Regolamento è stato approvato, come Assofertilizzanti – Federchimica, abbiamo espresso la nostra piena soddisfazione: il comparto dei fertilizzanti ora ha in tutta Europa regole uniche, chiare e scrupolosamente attente alle grandi tematiche ambientali e tutti i concimi organici, organo-minerali e biostimolanti potranno fregiarsi del marchio CE, circolando liberamente in Europa.
A che servono i biostimolanti?
I biostimolanti sono a tutti gli effetti dei fertilizzanti che hanno la funzione di stimolare i processi nutrizionali delle piante, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza dell’uso dei nutrienti, la tolleranza agli stress abiotici – cioè a tutti quegli stress che possono essere causati da fattori di natura ambientale e climatica – le caratteristiche qualitative o la disponibilità di nutrienti contenuti nel suolo.
Questa domanda, però, mi permette di introdurre un’altra questione sulla quale siamo da tempo impegnati come Associazione per evitare confusione sul mercato e comunicazioni pubblicitarie ingannevoli. Come già detto, i biostimolanti rientrano pienamente nella definizione di legge di “fertilizzante” poiché svolgono una chiara funzione legata agli aspetti nutritivi della gestione delle colture. Ciò significa che esiste una netta distinzione con il mondo degli agrofarmaci, la cui funzionalità è, invece, quella di difendere le piante. Tenuto conto dell’esistenza di sostanze aventi una “doppia funzione”, il Regolamento europeo dei fertilizzanti è intervenuto per chiarire questo aspetto: la doppia funzione non si riferisce mai al prodotto finito, ma solamente alle sostanze che lo compongono. A seconda delle dosi e modalità di utilizzo un prodotto può svolgere una funzione di nutrizione o di difesa. Se ci si riferisce al prodotto, le due finalità di impiego non si sovrappongono mai.
Un esempio di fertilizzante innovativo?
Da anni le Imprese del settore dei fertilizzanti hanno intrapreso un percorso di ricerca e sviluppo per l’individuazione di prodotti innovativi e in grado di rispondere all’esigenza di un’agricoltura sempre più sostenibile. Esempi in questo senso possono essere le attività indirizzate verso il comune obiettivo di ridurre le emissioni di ammoniaca e di CO2 e di orientarsi sempre più verso una fertilizzazione di precisione, ponendo attenzione nei confronti di prodotti sempre più performanti (tra cui inibitori e biostimolanti) e dei fertilizzanti minerali a supporto dell’efficienza nell’utilizzo dell’azoto o, ancora, l’interesse nei confronti dei cosiddetti fertilizzanti a “rilascio controllato” in grado di incrementare i processi nutrizionali. In Italia, inoltre, le Imprese sono leader nella produzione di fertilizzanti provenienti da materie prime di recupero e che rispondono a pieno ai principi della circular economy.
Migliorare l’efficienza nutritiva ed evitare le dispersioni di nutrienti è uno degli obiettivi principali del comparto, anche per rispondere alle richieste e alle sfide emerse con il New Green Deal europeo.
L’innovazione e l’efficacia dei biostimolanti
Per quanto riguarda il comparto dei biostimolanti, negli ultimi anni le Imprese hanno lavorato per mettere a punto specifiche sostanze (di sintesi e/o organiche e/o microorganismi) in grado di migliorare i processi fisiologici e metabolici delle piante. Con la nuova normativa l’efficacia diventa un principio imprescindibile per qualsiasi tipo di biostimolante, tant’è che la loro preparazione sarà abbinata alla predisposizione di un dossier che comprovi gli effetti sulle colture dichiarate in etichetta.
A questo proposito i tavoli di normazione europea stanno lavorando alla predisposizione dei protocolli per le prove tecnico-scientifiche che consentano una valutazione omogenea all’interno degli Stati membri. Pertanto, tutte le funzioni attribuite ai prodotti biostimolanti, come la resistenza agli stress abiotici e il miglioramento delle caratteristiche vegeto-produttive delle colture, potranno contare su metodi di valutazione standardizzati.
Non posso che essere orgoglioso del fatto che questi tavoli vengono presidiati in larga maggioranza dalle autorità e dagli esperti italiani provenienti dal mondo della ricerca, Università e dalle Imprese, a testimonianza delle importanti competenze e conoscenze presenti nel nostro Paese in questo settore.