Tre domande al professore Sergio Saia sull’impronta idrica
Cos’è la water footprint? Quando diciamo che per produrre un chilo di carne servono 15mila litri d’acqua, cosa intendiamo? Cioè se non mangiassimo quel chilo di carne risparmieremo 15mila litri d’acqua?
L’impronta idrica (o water footprint) tiene in conto di tutte le voci utilizzate per un processo. Nel caso dell’agricoltura c’è l’acqua verde (le piogge, non le mettiamo noi), quella blu (l’irrigazione) e quella grigia, ossia la quota che serve a riportare le acque di falda, fiumi, laghi e mare a una concentrazione di residui sotto la soglia di legge. L’acqua grigia non è sempre necessaria, talvolta le piogge apportano più acqua del necessario e quindi fanno fronte all’esigenza in acqua grigia. Quindi, se non producessimo quella carne, purtroppo non risparmieremo 15mila litri d’acqua, ma molto meno. Ma comunque un piccolo risparmio ci sarebbe.
Puoi spiegare meglio?
Quei litri sono tutti quelli utilizzati, anche quelli provenienti dall’acqua piovana, che cadrebbe comunque.
Inoltre, nell’ipotesi di produrre qualcosa al posto dei foraggi, dovremmo considerare l’acqua blu e grigia della nuova produzione, che potrebbe anche essere di più della somma dell’acqua blu e grigia dei foraggi (e spesso lo è purtroppo). E voglio sempre ricordare che tutto va misurato in funzione della resa! Le nuove colture potrebbero produrre poco e male.
Dunque, se io smettessi del tutto di mangiare carne (cosa che voglio fare) e se tutti lo facessero, dovremmo considerare altre fonti proteiche, che so, la soia per esempio, che è una cultura che richiede acqua, in parte anche gli altri legumi?
Nell’ipotesi di smettere di mangiar carne dovremmo considerare altre fonti proteiche e l’impatto delle stesse. In termini di acqua, al momento attuale, altre fonti hanno anche meno esigenze delle carne, ma questo vale solo perché vengono prodotte in luoghi diversi. Nello stesso luogo potrebbero avere più esigenze. E peggio, oltre che l’acqua, dovremmo considerare l’impatto sul suolo e sul sistema agricolo: la produzione di carne è anche fatta in pascoli, la cui messa in coltura ha un forte impatto e inoltre la produzione di foraggi aiuta enormemente a diversificare gli agro-ecosistemi e fornisce il letame, il cui ruolo, credo, non ha bisogno di spiegazione. Il punto è quindi la diversificazione. Ridurla fa sempre danno. E quel danno va poi mitigato.