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Home Lezioni Private

Il mosaico delle migrazioni: che fare?

da Antonio Pascale
13/03/2023
in Lezioni Private
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Antonella Garofalo vive e lavora in Ghana, da anni si occupa, e dall’interno, di migrazioni e di politiche migratorie. Abbiamo fatto due chiacchiere.

Mi fai uno schema semplificato dell’emigrazione del continente africano.

Per dare una risposta semplificata ad una problematica così complessa, possiamo iniziare per chiederci “perché gli africani emigrano dal proprio paese e perche verso l’Europa?”. 

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Perché?

Dobbiamo considerare prima di tutta la crescita della popolazione mondiale in Africa (nella proiezione delle Nazioni Unite, si prevede che i paesi dell’Africa subsahariana contribuiranno per più della metà dell’aumento previsto fino al 2050), abbinato a un contesto di cambiamento climatico e a dei processi di sviluppo economico complessi… l’immigrazione può rappresentare una possibile soluzione a livello individuale o collettivo.

Quale sono le motivazioni per partire?

Speso, le persone lasciano il loro paese d’origine per vari motivi, tra cui la guerra, la persecuzione politica/religiosa, la povertá, cambiamanti climatici e/o la semplice ricerca di opportunità migliori.

Che percorso seguono, in genere?

Tanti immigrati affrontano spesso pericoli e difficoltà durante il loro viaggio verso la loro destinazione finale, incluso il traversamento del deserto del Sahara, l’attraversamento del Mediterraneo, spesso con la mancanza di viveri durante il viaggio. Una parte si confronta con le deportazioni da parte delle autorità locali (vedi il caso Libia) e si trova a volta esposta alla tratta degli esseri umani. La maggior dei migranti in Europa provengono da molti paesi africani, tra cui: Nigeria, Senegal, Mali, Gambia, Guinea, Eritrea, Somalia, Ethiopia, Sudan, Congo, Ghana, Marocco e Tunisia. Questi paesi possono essere identificati come i principali paesi di origine dei migranti in Europa, ma ci sono anche migranti provenienti da altri paesi africani. 

Domanda che noi in Italia ci facciamo spesso, ma i migranti sanno cosa li aspetta? Il viaggio massacrante, i campi di detenzioni in Libia, la possibilità di rimpatrio, voglio dire queste informazioni circolano nei paesi di provenienza? Per potere valutare la convenienza o meno.

Si è vero che gli italiani si pongono molte domande in merito all’informazione ed ai pericoli che dispongono gli immigrati prima di partire. É opportuno dire che molti migranti (Siria, Somalia, Afghanistan) non hanno tempo di poter pensare e riflettere sulle modalità e sui pericoli del viaggio. Per esempio, scappare dalla guerra e proteggere la vita della famiglia è la prima soluzione e spesso quella che uno sceglie.

Cosa dicono gli studi sulle migrazioni?

In generale, negli studi sulla Migrazione, vengono identificati due tipi di fattori. La spinta interna chiamata anche “Push factor”, ci si riferisce alle condizioni che spingono un individuo od un gruppo a migrare, e la spinta esterna o fattori di attrazione “Pull factor” identifica le condizioni che attraggono un individuo o un gruppo umano che è spinto a muoversi per raggiungerle. In breve, i push factors sono le motivazioni o le circostanze che spingono i migranti a lasciare il loro paese d’origine. 

Facciamo esempi di push factors ?

Fuga da situazioni di guerra, violenza o persecuzione nei loro paesi d’origine, povertà estrema: la mancanza di opportunità economiche o di accesso a servizi di base nei loro paesi d’origine. Ancora, discriminazione e abusi: la necessità di fuggire da situazioni di discriminazione o abuso basate su fattori come razza, religione o orientamento sessuale e le condizioni di vita precarie: la mancanza di opportunità per una vita dignitosa e sicura nei loro paesi d’origine.

I “pull factors” invece? 

Le opportunità lavorative: la possibilità di trovare lavoro con un salario più alto e migliori condizioni di lavoro rispetto ai loro paesi d’origine. La protezione e sicurezza: la fuga da situazioni di pericolo o conflitto nei loro paesi d’origine. Accesso a servizi di base: come cure mediche di qualità e istruzione per i loro figli. Opportunità di integrazione sociale: la possibilità di vivere in una società più aperta e inclusiva. Regole giuridiche più eque: la possibilità di ottenere protezione giuridica e giustizia nei casi di discriminazione o abuso.

Tornando alla domanda? Cosa conoscono i migranti?

Non è possibile generalizzare le conoscenze che i migranti hanno sulla situazione in Italia, poiché ciò può variare a seconda della loro provenienza, delle loro esperienze personali e delle loro fonti di informazione. Tuttavia, alcuni migranti possono avere informazioni sulle opportunità e le sfide che potrebbero incontrare in Italia, in Europa mentre altri potrebbero avere aspettative infondate o false. Per il caso specifico dei migranti di origine africana che vengono in Italia, tanti sono a conoscenza delle difficoltà e dei rischi associati al viaggio verso l’Italia, l’Europa, compresi la tratta di esseri umani, la detenzione in campi in Libia e la possibilità di essere respinti o rimpatriati. Ciò nonostante, alcuni migranti possono essere disinformati o sottovalutare questi rischi, la maggior parte sa a cosa va incontro pur di scappare da guerre o situazione disastrose.

La tua esperienza cosa ti dice?

Dalla mia esperienza professionale, c’è anche da dire che esistono informazioni che circolano tra i migranti prima di affrontare il viaggio verso l’Europa che possono variare a seconda di molteplici fattori, come la provenienza geografica, la fitta reti dei social, le fonti di informazione disponibili e le motivazioni personali. Alcune informazioni possono essere basate su esperienze reali o racconti di amici o conoscenti che hanno già fatto il viaggio, mentre altre potrebbero essere il risultato di voci o false rappresentazioni. In ogni caso, le informazioni che circolano tra i migranti possono influire sulle loro aspettative e decisioni relative al viaggio verso l’Europa.

A proposito della tua esperienza, così, per grandi numeri, quante persone riescono a realizzare il loro sogno, una vita migliore, quante invece sono insoddisfatte? Subiscono traumi e ripercussioni in ogni caso immagino-

Prima di tutto vorrei parlare dell’importanza della posizione strategica dell’Italia, soprattutto del Canal di Sicilia, sospesa geograficamente, tra l’Africa e l’Europa. L’Italia è sempre stata una terra di confine, sia per quanto riguarda gli spostamenti internazionali di persone, sia per accogliere immigrati e profughi provenienti da diverse parti del mondo. Il nostro paese ha sempre attraversato processi e modelli migratori ben diversi. 

Per quanto riguarda i sogni dei migranti?

Le esperienze degli immigrati possono variare notevolmente in base alle circostanze individuali, ai contesti e alle risorse disponibili. In generale, gli immigrati possono affrontare situazioni uniche che possono rendere difficile la realizzazione dei loro sogni e di un futuro migliore. Tuttavia, è di grande importanza riconoscere e affrontare le sfide che gli immigrati possono incontrare quotidianamente e cercare di lavorare per creare un ambiente sano, accogliente e inclusivo per tutti coloro che cercano di costruire una nuova vita in un nuovo paese.

Che barriere?

Innanzitutto, barriere linguistiche: la lingua può essere una barriera significativa all’integrazione e alla comunicazione. Se gli immigrati non sono in grado di comunicare efficacemente con gli altri, potrebbero sentirsi isolati e incapaci d’interagire con la società italiana.  Poi la discriminazione: gli immigrati in Italia possono essere oggetto di discriminazione a causa della loro origine etnica, religione, cultura o nazionalità. In molti casi la discriminazione può limitare le opportunità di lavoro, istruzione e alloggio, e può causare tensioni interpersonali e stress psicologico. Ancora: problemi di lavoro: il tasso di disoccupazione degli immigrati in Italia è spesso più elevato rispetto a quello degli italiani. Ciò può limitare le opportunità di lavoro per gli immigrati e renderli più suscettibili alla povertà e all’esclusione sociale. Gli alloggi, gli immigrati in Italia possono anche affrontare difficoltà a trovare alloggi a prezzi accessibili e di qualità. Ciò può causare stress finanziario e limitare la capacità degli immigrati di creare una vita stabile e soddisfacente. E infine la separazione familiare: gli immigrati che si sono trasferiti in Italia possono affrontare la difficoltà di essere separati dalla loro famiglia e dalla loro comunità d’origine. Questa separazione può causare stress emotivo e senso di solitudine.

Poi come dicevamo c’è il viaggio, causa di traumi vari.

Certo, possono essere esposti a situazioni traumatiche come la violenza, gli abusi, la guerra, la povertà, la fame, la discriminazione, l’isolamento sociale e la perdita dei loro legami familiari e sociali.  Ci sono casi, poi, di depressione, ansia, disturbi post-traumatici da stress (PTSD) e altri problemi psicologici a causa di esperienze traumatiche. Inoltre, la discriminazione e l’isolamento sociale possono aumentare il rischio di sviluppare problemi di salute mentale. Per non parlare delle difficoltà nell’adattarsi a una nuova cultura e nell’imparare una nuova lingua. La mancanza di risorse, tra cui alloggio e lavoro, può anche aumentare il livello di stress degli immigrati in Italia.

C’è un però…

Sì, però è molto importante sottolineare che non tutti gli immigrati in Italia subiscono traumi e ripercussioni. Molti hanno successo nell’adattarsi alla loro nuova vita e sono in grado d’integrarsi nella società italiana. Inoltre, ci sono anche molte risorse disponibili per gli immigrati, come i servizi di supporto per la salute mentale, i servizi di consulenza e i programmi d’integrazione, che possono aiutarli ad affrontare nuove sfide e migliorare il loro benessere generale.

Dalla tua esperienza nella gestione della migrazione in Italia e al livello internazionale, quali possono essere delle possibili piste di soluzione per una migrazione per l’Europa ma anche per l’Africa?

L’Africa è un mosaico di totale “libertà di movimento”. Gli africani lasciano il loro paese principalmente per motivi legittimi, o per attività che si svolgono all’interno dell’Africa. Per questo si parla di migrazione intra africana, per esempio dal Ghana al Togo. E pure vero che le dinamiche migratorie si stanno adattando ai cambiamenti climatici e ai processi collaterali. È molto importante sottolineare che per migrare sono necessarie risorse economiche e accesso alle informazioni. Raramente sono i più vulnerabili a fuggire verso i paesi sviluppati. Occorre dire che la povertà estrema e il degrado ambientale spesso ostacolano la mobilità, lasciando i migranti bloccati, quasi intrappolati e in fuga. Si stima che nei prossimi anni l’immigrazione dovrebbe aumentare in modo significativo, soprattutto per i gruppi più vulnerabili a causa dell’accesso limitato a risorse come acqua e terra o calamità naturali, nonché guerre e crisi, dalla repressione, difficoltà politiche ed economiche. 

Se l’immigrazione è un fenomeno complesso saranno complesse pure le soluzioni, o no?

Ci sono soluzioni a lungo termine e che tengano conto della situazione specifica di ogni paese e regione coinvolta. In sintesi bisognerebbe ridurre i conflitti armati, la guerra e la violenza che spingono molte persone a fuggire dai loro paesi. Promuovere l’istruzione nel paese di origine per migliorare la qualità dell’informazione, del lavoro, delle competenze professionali, creare opportunità di lavoro (come la promozione delle attività commerciali e l’imprenditorialità) e ridurre i flussi migratori.  Migliorare le condizioni socioeconomiche (riducendo la spinta all’immigrazione) e dell’assistenza sanitaria nei paesi di origine. Promuovere la cooperazione internazionale tra paesi di origine, transito e destinazione attraverso politiche comuni e la condivisione delle migliori pratiche. 

Per finire, esempi di buone politiche migratorie?

A mio parere, esistono diverse possibili soluzioni per la gestione delle migrazioni in Europa e in Africa, sia in Italia che a livello internazionale. Naturalmente, la cooperazione tra paesi di origine, transito e destinazione può anche migliorare la gestione dei flussi migratori attraverso la cooperazione tra diverse istituzioni, agenzie. Sicuramente incrementare più canali d’immigrazione regolare, semplificare le procedure di immigrazione, visti per lavoro, studio, ricongiungimento familiare, aumentare le quote annuali dei lavoratori stagionali e non, regolarizzare la circolazione degli immigrati sul territorio nazionale. Facilitare l’integrazione dei migranti nelle società di destinazione attraverso l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria, all’eliminazione delle barriere linguistiche e della discriminazione e la lotta allo sfruttamento. Combattere le reti di tratta di esseri umani: è fondamentale per proteggere i migranti vulnerabili e garantire il rispetto dei loro diritti. Ciò può essere ottenuto attraverso la cooperazione internazionale, aumentare le possibilità di migrazione attraverso canali regolari e ufficiali, la condivisione delle informazioni e la lotta alla criminalità organizzata. Promuovere la “solidarietà” condividendo la responsabilità nella gestione dei flussi migratori e promuovendo politiche comuni a livello europeo.

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