L’acqua, sappiamo, è elemento essenziale alla vita dell’uomo, così come all’agricoltura. Nel contesto dei vari effetti dei cambiamenti climatici, rientrano anche le nuove tendenze delle precipitazioni annuali, determinanti per la disponibilità della risorsa idrica.
Il contesto lo conosciamo: variazioni nella frequenza e nell’intensità dei fenomeni meteorologici estremi, quali le ondate di calore (come le temperature record registrate nelle regioni subpolari durante l’estate del 2021), periodi siccitosi o, al contrario, estremamente piovosi, come le alluvionali che hanno colpito la Germania nel luglio del 2021. Sul fronte delle temperature, negli ultimi anni i dati sulla temperatura media annua dei Paesi europei hanno mostrato un trend in costante crescita, che si confermerebbe anche nelle proiezioni future e che, a seconda degli scenari di emissione, dovrebbe oscillare tra +1,5°C (scenario a basse emissioni, RCP 2,6) e +4,5°C (scenario ad alte emissioni, RCP 8,5).
Il Blue Book 2022 pubblicato da Utilitatis, mette in evidenza che i dati previsionali delle precipitazioni annuali, negli ultimi anni, registrano valori medi in incremento nel Nord Europa e in diminuzione nella fascia meridionale del continente, senza una tendenza facilmente riscontrabile nell’area centrale. Nel rapporto si legge anche che le piogge estive, invece, così importanti per gli ecosistemi naturali e l’agricoltura, mostrano segni di diminuzione nell’Europa centrale e meridionale. Le previsioni per i prossimi decenni mostrano le variazioni più significative, con uno scenario ad alte emissioni, ai due estremi del continente, ovvero nelle regioni artiche, dove le precipitazioni aumenterebbero fino a circa il 14%, e nelle regioni mediterranee dove invece diminuirebbero in particolare nel Sud della Spagna, in Grecia (-18%) e nel Sud Italia (-15%).
In un quadro climatico così complesso e critico, è evidente che le ripercussioni sul ciclo idrologico, e dunque sulle risorse idriche disponibili, sono importanti. Per questo motivo è fondamentale tutelare le risorse sia superficiali che sotterranee, non soltanto da un punto di vista quantitativo ma anche qualitativo.
In questo senso, spiega sempre Utilitatis con il suo studio annuale dedicato all’acqua, calcolare l’indice di prelievo (Water Exploitation Index, WEI) di un Paese, ovvero la domanda totale annua media di acqua dolce rapportata alla media annua di risorse d’acqua dolce di lungo termine, fornisce un’indicazione utile sul modo in cui la domanda totale d’acqua esercita pressione sulla risorsa idrica a disposizione. L’indice, espresso in percentuale, fa una distinzione tra Paesi in cui non vi è stress idrico (WEI<10%), quelli a basso (10%-20%) e medio stress (20%-40%), fino a quelli a grave stress (>40%). Almeno 17 Paesi dell’Unione Europea si trovino in una condizione di stress idrico nullo o trascurabile (dati al 2019 o ultimo anno disponibile), 7 Paesi sono invece a basso stress, la Spagna si trova in condizioni di medio stress mentre Malta e Cipro raggiungono condizioni di stress idrico grave.