Dall’ Erbario minimo delle streghe, contenuto nel libro Per virtù d’erbe e d’incanti – La medicina delle streghe, di Erika Maderna, per gentile concessione dell’editore Aboca Edizioni. Giusquiamo (Hyoscyamus niger). Il giusquiamo è una delle piante che per eccellenza evocano lo scenario della stregoneria. Erba del diavolo e delle streghe, rientrava fra gli ingredienti dei riti del sabba e del volo magico a causa del suo potere di creare visioni, stato alterato di coscienza, sensazione di leggerezza corporea, caratteristiche riconducibili alla presenza di iosciamina, scopolamina e atropina. Delle sue proprietà allucinogene faceva uso la pizia delfica per stimolare le visioni che consentivano il vaticinio, ma il nome di questa pianta presenta interessanti risvolti simbolici e ci riporta all’immaginario magico femminile più antico, quello di Circe: il nome greco, hyoskyàmos, significa infatti “fava dei maiali”, poiché si credeva che questi animali fossero gli unici in grado di cibarsene senza subirne gli effetti venefici. Il maiale nelle antiche religioni mediterranee era uno degli animali sacrificali delle divinità sotterranee; non può sfuggire la risonanza simbolica con la metamorfosi compiuta da Circe nei confronti dei compagni dell’eroe Odisseo, forse proprio grazie a un filtro ricavato da questa pianta. Ancora oggi tra le denominazioni popolari e regionali del giusquiamo sopravvive quella di “erba porcina”