Allora prima di tutto, come stanno le api?
Le api non stanno affatto bene, anzi stanno vivendo un periodo di vera e propria crisi: solo per fare alcuni numeri, il tasso di mortalità di questi impollinatori in Europa è pari al 30%, come dimostrano i recenti dati registrati da ISPRA-IPBES. Un problema ogni anno più attuale che rischia di compromettere la produzione agricola mondiale, che dipende per il 70% proprio dal ruolo essenziale di questi impollinatori: proprio in virtù del processo di impollinazione, le api sono essenziali artefici del cibo che portiamo sulle nostre tavole, per cui diventa sempre più importante conoscere il loro stato di salute e le loro condizioni di vita.
Cause che spiegano la sofferenza?
La sofferenza di questi impollinatori è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con più elevata frequenza nella forma di eventi estremi come sfasamenti stagionali, gelate improvvise e importanti momenti di siccità. Situazioni che creano gravi problemi per gli alveari, compromettendo molte fioriture e rendendo ancora più difficile il lavoro delle api di raccolta di nettare.
E gli apicoltori come stanno?
Vivono una situazione di estrema difficoltà, aggravata anche dall’assenza di assicurazioni e tutele idonee che possano rispondere alle loro attuali esigenze. Tra queste, appunto, la tutela del pascolo: il ritardo nelle fioriture ha pregiudicato la produzione di nettare, di cui le api si alimentano, per cui molti produttori sono dovuti ricorrere alla nutrizione artificiale, nel disperato tentativo di salvarle da una strage certa. Posso approfittare per lanciare un messaggio…
Prego…
Sì, perché, da esperto del settore e da CEO di 3Bee (una startup attivamente impegnata nel settore apistico), mi sento in dovere di lanciare un importante messaggio: oggi è ancora più importante avviare azioni concrete per la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità. Un obiettivo che possiamo raggiungere solo grazie all’impegno di tutti, per generare un cambiamento di sistema e di valori.
- Restiamo un po’ sull’abc, mi spieghi quali culture impollinano le api?
Anche in questo caso, partiamo da un necessario presupposto, ossia l’importanza del processo di impollinazione – di cui l’ape è il simbolo per eccellenza – indispensabile per la riproduzione delle piante, alla base della sopravvivenza stessa di molte specie sulla Terra.
Ok, quali sono?
Le principali piante protagoniste di questo processo, anche in termini di produttività, sono quelle della famiglia delle angiosperme. Tra queste, in particolare, alcune specie – come le orchidee – attirano l’insetto, assumendo determinate forme con foglie e petali, così da obbligarlo a percorsi prestabiliti guidandolo verso gli organi riproduttivi.
Culture agrarie?
Tra le varietà che più dipendono dal lavoro delle api ritroviamo proprio alcuni tipi di frutta e verdura tra i più consumati, come per esempio mele, pere, zucche, zucchine e meloni. L’Italia, in particolare, è una “stella polare dell’apicoltura.
Cioè?
L’Italia è tra i migliori Paesi a livello europeo per tecnologie e tecniche apistiche, ma anche per il patrimonio di mieli uniflorali. Si pensi, infatti, che la produzione di miele nel nostro Paese è in costante crescita, posizionandosi al di sopra della media europea. Il settore apistico italiano rappresenta, quindi, un capitale unico al mondo in termini di qualità e tipicità.
Mi racconti un po’ questo vostro progetto? Come nasce e perché?
In 3Bee ci impegniamo per proteggerne il valore ambientale, economico e sociale, proponendo sistemi altamente tecnologici e innovativi per il monitoraggio degli alveari ma anche promuovendo progetti di sensibilizzazione e salvaguardia degli ecosistemi. Proprio perseguendo la volontà di salvaguardare le api e gli ecosistemi, è nata 3Bee.
Mi descrivi questo impegno, in pratica?
3Bee è una startup giovane e innovativa, lanciata nel 2017 su idea mia e di Riccardo Balzaretti, PhD in biologia, basata sull’intuizione di fondere l’elettronica alla biologia per trovare una soluzione efficace alla tutela degli impollinatori. Unendo le rispettive aree di competenza abbiamo avviato un importante progetto imprenditoriale, anche rinunciando a importanti impieghi all’estero: fin da subito, abbiamo fermamente creduto nelle potenzialità di questo progetto e nella sua capacità di generare un concreto impatto sociale e ambientale.
Quale innovazioni caratterizza la vostra Start up?
In primis, abbiamo ideato e realizzato Hive-Tech, un alveare 3.0 basato su un sistema IoT per il monitoraggio da remoto degli alveari. L’utilizzo di questo sistema permette una riduzione del 33% annuo del tasso di mortalità di una colonia, consentendo all’apicoltore di monitorare e analizzare i dati relativi a temperatura, umidità e intensità sonora all’interno dell’alveare, ottimizzandone il posizionamento nelle zone a più alta intensità di nettare e limitando il numero di interventi, a beneficio del benessere e dello stato di salute delle api. Ma non solo….
Prego…
In 3Bee, crediamo nell’importanza di diffondere un messaggio di sensibilizzazione con l’obiettivo di trasmettere un profondo senso di responsabilità ambientale e sociale presso tutti gli stakeholder. Per questo abbiamo promosso diverse iniziative concrete: tra cui l’innovativo progetto “Adotta un alveare 3Bee”, che permette ad aziende o privati di adottare a distanza un alveare gestito da apicoltori locali e monitorato attraverso i sistemi tecnologici 3Bee. Una scelta sostenibile ed etica, di grande supporto per il lavoro degli apicoltori italiani, che possono quindi vendere il proprio miele a un prezzo superiore al prezzo di vendita al dettaglio e far conoscere la propria realtà in tutto il territorio.
A proposito di territorio, immagino che tenete in gran conto la biodiversità?
Certo. Un’ulteriore e importante evidenza del nostro impegno è il progetto “Oasi della Biodiversità”, volto a ridare nettare alle api attraverso la piantumazione di alberi autoctoni ad alto potenziale nettarifero.
Che obiettivi vi siete dati?
Il nostro obiettivo è quello di realizzare in tutte le regioni d’Italia delle vere e proprie oasi con alberi già in crescita, non nella forma di semi, che consentano di ottenere risultati più rapidi, garantendo pascolo agli impollinatori e contribuendo all’assorbimento di CO2. In particolare, nell’ambito di questo programma gli alberi piantumati – provenienti da vivai autoctoni delle zone interessate – vengono selezionati tra le varietà che producono più nettare e che possono crescere con facilità nei terreni dedicati alla piantumazione.
Dimmi un po’ meglio di queste oasi.
Le Oasi sono sviluppate grazie al coinvolgimento di tutti gli stakeholder: grower e comunità. Aderendo a questo progetto, infatti, ogni persona o azienda può scegliere di assumere il ruolo di “Ambassador delle api”, veri e propri alleati che contribuiscono alla creazione delle Oasi e alla diffusione del messaggio di educazione ambientale. Inoltre, sempre nell’ambito del programma, apicoltori e agricoltori hanno la possibilità di diventare veri e propri “coltivatori di biodiversità”, mettendo a disposizione i propri terreni e la propria esperienza, consentendo di raggiungere importanti risultati in termini ambientali ed economici.
Non per essere prosaico, ma l’obiettivo economico?
C’è. Consideriamo anche e soprattutto la remunerazione di questi professionisti fino al doppio di quanto varrebbe quel determinato campo se fosse coltivato a grano. Inoltre, 3Bee accompagnerà gli apicoltori lungo tutto il percorso di piantumazione e crescita degli alberi, mettendo loro a disposizione anche le competenze di un team di esperti, biologi e ricercatori. Infine, le Oasi saranno gestite proprio attraverso l’applicazione delle soluzioni 3Bee, altamente tecnologiche e innovative, che consentono il monitoraggio degli alveari, per preservare le api dal pericolo di estinzione e migliorarne la qualità di vita.