Le foreste italiane: 11 milioni di ettari, 12 miliardi di alberi, ovvero 200 piante per ogni cittadino, 36,7 per cento del territorio nazionale. Lavorano per noi, fornendoci ossigeno, acqua e sottraendo dall’atmosfera circa 46,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Il bosco propriamente detto ricopre 9.165.505 di ettari (84 per cento del totale) mentre i restanti 1.836.508 ettari (16 per cento), sono formati da boschi radi, boscaglie, la macchia e gli arbusteti.
Le regioni dell’Arco alpino contribuiscono alla superficie complessiva dei boschi italiani con il 38 per cento, quelle dell’Appennino centrale con il 36 per cento mentre quelle dell’Appennino meridionale e delle Isole concorrono per il 26 per cento.
Sardegna, Toscana, Piemonte, Calabria e Lazio sono le regioni con la superficie forestale più ampia. Puglia, Molise e Valle d’Aosta invece sono le regioni con la minore superficie forestale.
I boschi italiani per il 66,4 per cento sono di proprietà privata (frammentata tra imprese private e, soprattutto, singoli cittadini) mentre soltanto il 33,6 per cento è di proprietà pubblica (ripartita tra Stato, Regioni, Comuni ed Enti pubblici). Di questa percentuale privata, il 79 per cento dei boschi appartengono prevalentemente a singoli individui, la cui proprietà, con i passaggi ereditari tra gli aventi diritto, nel corso del tempo si è enormemente frammentata, se non polverizzata, fino a diventare ingestibile. Il restante 21 per cento invece appartiene a società per azioni, imprese e industrie. Soltanto nelle regioni Trentino, Abruzzo e Sicilia prevale la proprietà pubblica rispetto a quella privata. Il 65,4 per cento dei boschi pubblici sono di proprietà comunale o provinciale, il 23,5 per cento di proprietà statale o regionale; il restante 10,1 per cento appartiene ad altri pubblici.
I boschi italiani sono formati dalle seguenti specie autoctone: il faggio, l’abete rosso, il castagno e il cerro da soli rappresentano il 50 per cento dei boschi italiani. Seguono il larice, la roverella, il carpino nero, l’abete bianco, il leccio, il pino nero, il pino silvestre, il pino domestico, la rovere, l’ontano e la farnia. Gli alberi alloctoni più numerosi nei boschi italiani sono la douglasia, il cedro, la robinia, l’ailanto e l’eucalipto. Gli alberi più diffusi nelle aree verdi urbane sono i platani, i tigli, i lecci, i pini, i cedri, i cipressi, gli aceri, i bagolari, gli olmi, gli ippocastani, i pruni, i ligustri, i carpini e gli aranci selvatici.Il Comune capoluogo di provincia con la maggiore superficie boschiva è Roma Capitale con 41mila ettari di territorio coperto da vegetazione arborea; gli alberi più diffusi sui sette colli sono il leccio, il pino domestico e il platano. Il Comune capoluogo di provincia con la minore copertura arborea è Cagliari con soltanto 348 ettari di territorio coperto da alberi e arbusti, con prevalenza del pino d’Aleppo.