Biografia di Mendel in breve: Gregor Johann Mendel (Hynčice, 20 luglio 1822, Brno, 6 gennaio 1884) sacerdote e monaco agostiniano, trascorse la maggior parte della sua vita nel monastero di San Tommaso in Brünn, l’odierna Brno, in Moravia. Naturalista con notevoli interessi per la matematica, la meteorologia e l’agronomia, è oggi universalmente noto per le attività sperimentali di ibridazione in pisello e altre specie che lo portarono a scoprire le leggi dell’ereditarietà, considerate il punto di partenza della moderna scienza della genetica. La vicenda scientifica di Mendel prima si articola in quattro passaggi chiave e cioè: a) scopre le leggi che governano l’ereditarietà dei caratteri, ma b) essendo estraneo al mondo scientifico, il mondo scientifico non comprende il significato e la portata di tale scoperta. Bisogna c) aspettare la riscoperta delle leggi di Mendel da parte di Hugo De Vries, Varl Correns, William Jasper Spillman e dei fratelli Tschermak-Seysenegg, che intorno al 1900 porta finalmente alla pubblica attenzione il messaggio scientifico di Mendel (Giannini, 2002; Minelli, 2014) e infine d) la damnatio memoriae a cui la figura di Mendel fu soggetta nei regimi comunisti dell’Est per il diffondersi delle teorie di origine lamarkiana di Trofim Lisenko. Ciò comportò anche la persecuzione dei genetisti mendeliani, con la vicenda esemplare di Nikolai Ivanovich Vavilov, amico personale di Bateson, incarcerato per le sue idee e morto in carcere a Saratov nel 1943 (Janick, 2015). Infine e) non abbiamo note o appunti di Mendel, poiché alla sua morte tutte le sue cose furono bruciate in un falò, come era prassi dopo la morte di un monaco. Nei necrologi fu ricordato essenzialmente per la meteorologia e l’apicoltura. Cit. Luigi Mariani e Mariano Rocchi, https://www.agricultura.it/wp-content/uploads/2022/12/MENDEL.pdf
Il 1856, l’anno in cui iniziano i primi esperimenti di ibridazione. Piselli rotondi x rugosi. La semina delle due linee pure era forse iniziata il giorno di S. Gregorio (12 marzo), secondo il detto moravo “Chi non coltiva la sua terra entro il giorno di Gregorio è un uomo pigro”. E a maggio Mendel lavora alle ibridazioni, prima che, con la maturazione completa del fiore ermafrodita, l’autoimpollinazione renda vani gli esperimenti. Le due varietà sono a file alterne. Armato di pinzette scorre la prima fila di piselli e castra i fiori della parte maschile, le antere, prima che maturino, e copre ogni fiore con un cappuccio. Per la seconda varietà, in seconda fila, attende che le antere siano mature, per utilizzarle per la impollinazione della prima fila, che opera con un pennellino di peli di cammello, rimettendo accuratamente il cappuccio sul fiore per evitare l’arrivo di polline intruso. La ibridazione di piante era una pratica sperimentale diffusa, ma le interpretazioni spesso andavano in direzioni opposte a quelle che otterrà Mendel. La ragione è da ricercarsi nelle parole di Galileo quando nel Saggiatore dice che “il libro della natura è scritto in lingua matematica”. Per molti botanici del tempo che lavoravano sulle ibridazioni (compreso Darwin!), la matematica era una illustre sconosciuta. Mendel invece la padroneggiava bene, maneggiava soprattutto il calcolo combinatorio (l’aveva imparato grazie al matematico e fisico Andreas von Ettingshausen). Cit. Mariano Rocchi https://www.agricultura.it/wp-content/uploads/2022/12/MENDEL.pdf
Per seguire il suo lavoro di ibridazione Mendel ha controllato circa 10.000 piante, 40.000 fiori e 300.000 semi. Eppure ha iniziato con 34 varietà di pisello. Queste sono state valutate per due anni per stabilirne l’omogeneità rispetto al carattere allo studio. Scartate quelle che facevano eccezione ne ha conserva 22 che si dimostreranno stabili nel fenotipo per tutti gli anni di durata degli esperimenti. Cit Francesco Salamini https://www.agricultura.it/wp-content/uploads/2022/12/MENDEL.pdf
Ha lavorato su sette caratteri: Sette coppie di varietà, ciascuna coppia con due versioni dei caratteri seme liscio o seme rugoso, colore dell’endosperma giallo o verde, pericarpo del seme bianco o grigio, baccello liscio o con costrizioni, colore del baccello immaturo verde o giallo, fiori assiali o terminali, pianta alta o nana. Gli ibridi venivano prodotti nelle due direzioni (AA madre – aa donatore di polline; aa madre – AA donatore di polline), e dovevano risultare fenotipicamente indistinguibili. Al fine di ottenere, specialmente nelle generazioni segreganti, credibili rapporti di segregazione, riteneva metodologicamente importante pianificare esperimenti basati su un elevato numero di piante: si è calcolato che il lavoro sul Pisello abbia imposto a Mendel di controllare circa 10.000 piante, 40.000 fiori e 300.000 semi. Cit Francesco Salamini https://www.agricultura.it/wp-content/uploads/2022/12/MENDEL.pdf
Risultati, ovvero, le due o tre Leggi di Mendel: A seconda dei testi che si consultano, le leggi di Mendel sono riportate come due o come tre. In generale possono definirsi della dominanza, della segregazione e dell’assortimento indipendente dei caratteri.
I tentativi (fallimentari) di Mendel di rendere noti i suoi risultati Mendel sentiva la necessità di diffondere i suoi risultati, almeno se si considera il contenuto delle sue lettere. Voleva, in particolare, verificare se le regole stabilite per il pisello valevano anche per altre piante, compreso lo Hieracium. Per parte sua, confermò i dati di Pisum con incroci di Mattiola annua e glabra, Zea e Mirabilis, ma, stranamente, non rese noto che i nuovi dati confermavano la pubblicazione del 1866. Sull’argomento ebbe una lunga corrispondenza (1866-1873) con Carl Nägeli, professore di Botanica a Monacon. Nägeli non recepì la novità del lavoro di Mendel perché non credeva che la manifestazione di un carattere passasse inalterata attraverso le generazioni. Mendel ordinò 40 estratti del suo lavoro del 1866 e almeno una dozzina fu spedita a importanti botanici del tempo. Una copia a Kerner von Marilaun, compagno di corso di Mendel a Vienna. Le pagine dell’estratto sono rimaste non separate e quindi non lette. Un secondo estratto, non letto perché a pagine unite, arrivò a Darwin. Un terzo raggiunse Martinus Beijerinck. olandese, che, avendo saputo che De Vries stava pubblicando sugli ibridi delle piante, tra il 1898 e il 1900 glielo spedì. Un quarto arrivò al Max Planck Institute di Tubingen sul tavolo di Boveri, uno degli scopritori della teoria cromosomica della cellula. Un quinto esiste nella biblioteca dell’Istituto di Botanica di Graz dove Unger aveva insegnato prima di spostarsi a Vienna; l’estratto era intonso. Un sesto raggiunse il botanico Matthias Jacob Schleiden. Sono stati ritrovati altri cinque estratti ma non si conosce chi li abbia ricevuti. L’ultimo estratto spedito a persona nota è quello di Nägeli (Henig, 2000). Bisogna anche considerare che Mendel aveva veramente anticipato i tempin10 : per esempio, la meiosi, che è alla base delle segregazioni fenotipiche e genetiche, fu scoperta solo 25 anni dopo la pubblicazione delle Versuche. Ha giocato un ruolo anche la scarsissima diffusione della rivista su cui Mendel ha pubblicato (Wallace, 2002- 2003). Fonte: https://www.agricultura.it/wp-content/uploads/2022/12/MENDEL.pdf