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Se il mercato di Caserta diventa come quello di Cambridge

da Antonio Pascale
11/01/2023
in Editoriali
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Una volta mio padre andò a Cambridge, dove vivevano le sue due sorelle emigrate dal Sud Italia negli anni ’50, durante quella che fu la nostra terza ondata di emigrazione. Insomma, una storia di povertà e giuste ambizioni di riscatto. 

La città a mio padre piacque molto (il suo viaggio risale a metà degli anni ’80), girò per pub, college, parchi, ma la prima cosa che fece in realtà fu accompagnare le sorelle al mercato a far la spesa, perché mio padre era abbastanza fissato, e lo è ancora, in verità: è il tipico ex contadino, nonché ex dirigente del settore zootecnia dell’Ispettorato agrario di Caserta, che prima di prendere un prodotto lo valuta accuratamente. Però a volte si lancia anche in stime a vista, tipo: no, ‘sto banco di frutta non mi piace andiamo da un’altra parte. Ovviamente non fornisce i motivi della scelta: o capisci o non capisci, e se non capisci quello che per lui è istintivo e naturale allora non vale la pena di perdere tempo in spiegazioni: le spiegazioni lo ammazzano.

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La sua specialità era proprio l’ortofrutta, e così si fece conoscere al mercato di Cambridge. A parte che non gli piaceva niente, a parte che litigò con le sorelle perché diceva ma come fate a vivere qui e mangiare ‘sta roba, insomma per colpa dell’ortofrutta vennero fuori vecchi rancori familiari: tipo la decisione di andare in Inghilterra.  

A parte questo, la cosa che lo fece impazzire e che avrebbe ricordato per sempre, furono i prezzi, ecco quelli lo colpirono molto.

Mio padre era andato al mercato di Cambridge con tanta gioia e con il desiderio di cucinare una sua specialità per tutta la famiglia, le due sorelle, i cognati e i nipoti: i peperoni imbottiti. E si rese conto che un solo peperone costava l’ira di Dio, così diceva. E insomma niente peperoni imbottiti. Qua diventiamo poveri se compriamo tre peperoni, diceva mentre si lamentava anche della scarsa qualità.

Per anni ho ascoltato questa storia. Veniva raccontata a tavola per varie ragioni e non tutte agronomiche, non tutte legate alla questione prezzi che salgono quando la materia scarseggia. Sicuramente per promuovere uno stile di vita mediterraneo, solare, caldo, vitale (senza aver mai letto Camus diceva le stesse cose di Camus) invece dello stile di vita inglese. Però inconsciamente chissà forse ancora non sopportava la scelta delle sue sorelle.

Ebbene, ora mio padre ha 87 anni e va a fare la spesa ogni giorno, si carica di pesi come era solito fare a 40 anni e cambia spesso supermercato, opponendo varie ragioni, spesso legate alla stima a vista dei banchi frutta, stima e decisioni conseguenti che io naturalmente non posso capire.

Tempo fa, un giorno che ero sceso a Caserta, per festeggiare il mio arrivo voleva cucinare la sua specialità, peperoni imbottiti, quindi è uscito tutto contento ma è tornato malinconico, perché si è reso conto che i peperoni costavano tantissimo, quasi quanto quella volta in Inghilterra disse, e insomma un aumento così, da un giorno all’altro, non si era mai visto e quindi mi ha detto che mai avrebbe creduto che il mercato di Caserta si potesse trasformare come quello di Cambridge e che niente, i peperoni imbottiti saltavano, chiaro, ne poteva comprare due o tre, ma comprare i peperoni a quel prezzo gli sembrava uno sfregio alla povertà: meglio rinunciare.

Che poi è un’altra sua espressione ricorrente. Si capisce, è stato contadino quando tutti volevano fuggire dalla terra (e giustamente anche, come le mie zie), e ai tempi bisognava risparmiare, il cibo aveva un valore quindi andava soppesato e valutato e mai buttato (in famiglia anche se non siamo credenti c’è ancora qualcuno che si fa la croce se proprio deve buttare il pane), e nel frattempo ha studiato proprio per migliorare la terra e tuttavia durante il boom è rimasto scettico: hai visto mai che tutto finisce all’improvviso e questo ben di Dio, macchine, lavatrice, vacanze, carne a gogo, questa abbondanza legata all’innovazione agricola, tutto a un tratto finisce e si torna ai brutti tempi di una volta?

Vabbè, invece dei peperoni, ci siamo fatti una frittata con i maccheroni avanzati e che vi devo dire, niente male, ma mio padre ha 87 anni io fra pochi giorni 57 e sarà l’età ma comincio a preoccuparmi anche io: vuoi vedere che basta un attimo e tutta questa abbondanza finisce? E i miei figli dovranno emigrare…

Sarebbe un problema: per questo dobbiamo innovare, anche per continuare a imbottire i peperoni, col giusto prezzo per tutti.

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