Anice e cannella. Due spezie che evocano con uguale intensità profumi e sapori e che sono gli ingredienti principe dei miei biscotti preferiti. Non hanno un nome, non hanno una ricetta scritta ma le mie leccornìe preferite, da me ribattezzate “i biscotti di don Ciccio”, hanno accompagnato tutta la mia infanzia e parte dell’adolescenza. I biscotti di don Ciccio sono semplici dolcetti di paese, Sant’Antimo per la precisione, impastati con ingredienti poveri e genuini, ma impreziositi da una forte essenza di anice che li rende avvolgenti e unici. Don Ciccio, lavoratore infaticabile, uomo gentile e mite, portatore di un discreto fardello di tragedie familiari (di quelle che ti fanno rinnegare Dio per intenderci) ce li portava ogni volta che veniva a Napoli a farci visita. Li acquistava presso il forno sotto casa quei biscotti profumatissimi riposti nei sacchetti marroni del pane. Fragranti fuori, bianchissimi all’interno che sapeva di anice, assomigliavano per forma ai tozzetti o cantucci toscani anche se molto più grossi e senza le mandorle. Prima di mangiarli, li tenevo una decina di secondi inzuppati nel mio latte, il tempo giusto per rendere il biscotto morbido ma non poltiglia. A volte nella mia tazza bianca con i ghirigori blu – di quella in voga negli anni ‘80 in palio con i punti della Nutella – ci finiva una quantità industriale di latte e biscotti tale da ridurre il composto in crema. E però, però, però… l’inconscio non lavora a caso. Nel gioco di assonanze e analogie il porridge rievoca l’Inghilterra ecco allora riaffiorare, nitido, dalla nebbia dei ricordi la mattina del 29 luglio 1981, il giorno del matrimonio di lady Diana e del principe Carlo. Sono nella sala da pranzo insieme ai nonni incollati alla tv per assistere all’evento trasmesso in mondovisione. Io sono seduta sul pavimento a giocare con le Barbie e l’unico Ken che ho messo alla guida della decappottabile rosa. Anche Barbie sta per sposarsi, ma, cavolo, non ha la torta nuziale! Ricordo allora di essermi alzata per andare in cucina e preparare la mia crema di latte e biscotti di don Ciccio. Sono piccola e le torte non le so ancora fare. Così metto la crema di biscotti in una pirofila tonda e la ripongo in frigo per farla rassodare. È un giorno di festa epocale per l’Inghilterra, per il mondo intero e…per le mie Barbie. Mi lascio trasportare dalle emozioni, prendo il cucchiaino e lo porto alla bocca… sento distintamente l’anice, la cannella, il sapore pieno dei biscotti di don Ciccio. È il sapore della coccola, della mia infanzia. Che però mai più ho riassaporato.