Milano. La mia città di nascita, la città della mia infanzia, della mia giovinezza, la città dei miei ricordi. A Milano, sono legati anche i miei ricordi “culinari” grazie alle mani sapienti di mamma Laura. Sempre attenta già in anni in cui dell’importanza di una sana alimentazione proprio non se ne parlava, preparava per noi fratelli piatti gustosi, sì, ma sempre all’insegna del mangiar sano. “Mi raccomando la pasta si pesa, non più di 60 grammi a testa!” è la frase che ancora oggi mi risuona in testa quando mi accingo ai fornelli. Curiosamente però, i piatti della tradizione milanese non li cucinava, e spesso chiedevamo a nonna Elilia (sua madre, peraltro di origini piemontesi) di cucinarci la cassoeula o altri piatti tipici. E sempre a dispetto della tradizione milanese, il piatto di mamma che ricordo con più affetto sono gli spaghetti all’amatriciana.
Forse la ricetta non è quella ortodossa (usava la pancetta affumicata a cubetti e la cipolla), ma il sapore, il profumo, il colore di quel sugo che avvolgeva morbidamente gli spaghetti mi è rimasto nel cuore. Ancora oggi, quando cucino il sugo all’amatriciana, cerco invano di ritrovare quei sapori e quelle sensazioni che sono ineguagliabili, certamente perché avevano un ingrediente in più: l’amore.