L’abbiamo detto: la nostra società, le nostre città, la nostra stessa ragione di vita poggia sulla materia, ovvero sull’energia qui immagazzinata. Senza energia non facciamo niente, nemmeno il libero arbitrio è possibile, visto che la volontà sarà pure una dimensione da indagare con gli strumenti della filosofia e della teologia, ma poi in concreto si appoggia sull’azione e l’azione sulle calorie, dunque, in ultima analisi, sull’energia.
Quindi l’energia è fondamentale, ma c’è un aspetto importante da considerare per capire i prossimi scenari energetici e dunque la sensatezza di alcuni nostri desideri e di come e se innerveranno le società prossime venture.
Per parlare di energia con doverosa scientificità è utilissimo capire quanto sono veloci le transizioni energetiche: ecco, non sono veloci sono lente, spesso lentissime e con la lentezza rischiamo di perdere anche i nostri sogni migliori, vuoi lo scoramento vuoi le frustrazioni. Un esempio di fonte promettente e pulita, il fotovoltaico.
Ora, sicuro la memoria mi inganna, ma credo che da piccoli lessi in un libro di Piero Angela la descrizione del satellite Vanguard 1, in orbita dal 1958. Era dotato di un piccolo pannello solare che ricaricava le batterie utili per le telecomunicazioni (poi c’erano anche classiche batterie al mercurio). Ebbene, l’invenzione della prima cella fotovoltaica la si deve al Bell Telephone Labs, nel 1954. Questa invenzione si appoggiava su una scoperta avvenuta un secolo prima, quando cioè nel 1839 Edmond Becquerel descrisse l’effetto fotovoltaico. Ricordo invece molto bene quando nel 1987 comprai una calcolatrice Texas che si ricaricava grazie alla luce del sole. Man mano, uso dopo uso, raffinazione dopo raffinazione, il prezzo delle cellule fotovoltaiche è parecchio sceso e tuttavia se nel 2000 la quantità di energia mondiale ricavata dal fotovoltaico era dell’0,01% ora si attesta su un magro 2,2%. C’è con concreta speranza che questa percentuale possa salire, da qui al 2030, al 10%. Sarebbe un buon traguardo. Ebbene se consideriamo la prima scoperta del 1839 e la data del 2030, per avere una discreta quantità di energia ottenuta grazie al sole abbiamo impiegato 191 anni, quasi due secoli. L’ energia pulita è fondamentale, ma purtroppo non arriverà domani mattina, anche perché di contro, il fossile ha ancora un enorme spazio e impatto. Nel 1992, i combustibili fossili costituivano l’86% dell’energia primaria consumata a livello globale. Nel 2017, incidono ancora per l’85%, una riduzione di un misero 1,5% in 25 anni. I numeri e i tempi della transizione in genere vengono taciuti, un po’ per non spaventare i cittadini, un po’ perché in pochi si interessano di energia. Insomma, Se diamo per scontato l’urgente riduzione delle emissioni di CO2 dobbiamo preoccuparci anche di costruire una narrazione seria e lungimirante, altrimenti finisce che fiaccati dalla siccità scriviamo frasi ad effetto su quanto siamo cattivi e maltrattiamo la natura, ma appena arriva un venticello fresco, ci dimentichiamo tutto e corriamo a consumare il più possibile usando la solita vecchia e sporca energia fossile (fonte: i numeri non mentono, Vaclav Smil, Einaudi).