Patriarcato, cosa c’è da dire ancora? Forse la domanda utile è: cosa c’è da dire meglio? A questa domanda risponde bell hooks (pseudonimo tutto minuscolo di Gloria Jean Watkins, nata a Hopkinsville, Kentucky, nel 1952, venuta a mancare nel 2021) con il suo libro La volontà di cambiare – Mascolinità e amore. hooks è stata una studiosa e attivista femminista americana, considerata una delle intellettuali più importanti del nostro tempo, le cui opere saranno pubblicate a breve in Italia da il Saggiatore.
La volontà di cambiare (traduzione di Bruna Tortorella) esce a settembre ma intanto abbiamo tra le mani un’anticipazione breve e preziosa dei primi due capitoli. Nel suo libro hooks amplia la presa di coscienza sul patriarcato raggiunta con il femminismo (che ci ha detto sì, possiamo esprimere la rabbia e l’odio che abbiamo verso gli uomini, possiamo farlo, e possiamo anche fare a meno degli uomini) per proporre innanzitutto una benefica sincerazione: noi donne desideriamo l’amore degli uomini e desideriamo amare gli uomini, anche se ci hanno ferito, e il nostro più profondo desiderio è riparare la ferita che ci è stata inferta. Sincerarsi poi significa anche un’altra cosa: poter dire che quella ferita ci ha portato a desiderare la morte dei nostri padri, fratelli e uomini. Ma, ribadisce hooks, noi donne staremo bene solo se ci riconciliamo con loro.
Viene spontaneo domandarsi: questo punto di vista non sembra suggerire una caduta? Uno scivolo? Non fa uno sgambetto al faticoso lavoro di liberazione e emancipazione della donna fatto finora? A pensarci bene quella di bell hooks non solo è una buona proposta strategica per fare “una pace di genere”, ma è una chiave che dà alle donne la possibilità di ascoltarsi e tutelarsi fino in fondo, soprattutto attraverso il loro desiderio.
L’autrice nel suo libro riporta un aneddoto raccontato da Barbara Deming, altra femminista americana: quando suo padre morì di infarto davanti ai suoi occhi, lei abbracciò lungamente quel corpo del padre caduto in terra, sentendo finalmente la libertà di poterlo fare, senza paura, e con tutto l’amore che provava per quell’uomo che l’aveva così ferita. Al tempo stesso sentiva che quella morte coincideva una sua liberazione.
Anche hooks stessa racconta di suo padre, e scrive:
“Quando sono andata via di casa per frequentare il college, se telefonavo e rispondeva mio padre, riattaccavo (…). E il femminismo mi aveva insegnato che potevo dimenticarmi di lui. Nell’allontanarmi da mio padre, mi sono allontanata da una parte di me stessa”.
“È un’invenzione del falso femminismo che noi donne possiamo scoprire il nostro potere in un mondo senza uomini, in un mondo in cui neghiamo i nostri rapporti con loro. (…)
Mentre il pensiero femminista mi ha permesso di andare oltre il patriarcato (…) è stata la ricerca di completezza che mi ha riportato a mio padre. La mia riconciliazione con mio padre è cominciata con il riconoscimento che volevo e avevo bisogno del suo amore”.
Il secondo punto di riflessione interessante contenuto in La volontà di cambiare, anche se già esplorato in qualche modo, è sul fatto che il patriarcato ha danneggiato gravemente anche gli uomini, gli ha imposto di “diventare e rimanere storpi emotivamente”. In sostanza se gli ha dato potere e prestigio li ha deprivati del benessere psicologico che deriva dalla possibilità di vivere tutte le proprie emozioni. Infatti citando lo psicoterapeuta Terrence Real, hooks scrive di “patriarcato psicologico”, un pensiero comune a maschi e femmine:
“Un pensatore patriarcale non deve essere necessariamente un maschio, la maggior parte delle persone continua a credere che il problema siano gli uomini. (…) E “Poiché è un sistema che nega agli uomini il libero arbitrio è difficile per qualsiasi uomo di qualunque classe sociale ribellarsi al patriarcato”.
Per l’autrice, dunque, in quanto femminista radicale visionaria, non solo va detto che gli uomini non sono il nemico, ma anche che è “necessario evidenziare il ruolo che le donne svolgono nel perpetuare la cultura patriarcale”.
Ecco che “smantellare e cambiare la cultura patriarcale è un lavoro che donne e uomini devono fare insieme”…(…) “Tutti dobbiamo cambiare”.