Fu De Clieu, un ufficiale di stanza nell’isola francese della Martinica, il responsabile dell’introduzione del caffè nelle Indie occidentali francesi (gli europei del XV secolo indicavano l’insieme di isole fra la Florida e il Venezuela e comprese fra il Mar dei Caraibi come Indie occidentali).
Diciamo che tanto fece che si impossessò di una pianta di caffè (un pezzo di pianta, una talea) durante una visita a Parigi nel 1723. Nei Jardin Des Plantes c’era un albero di caffè, un regalo degli olandesi a Luigi XIV. Ma il re a tutto pensava, tranne al caffè e insomma, De Clieu convinse un giovane aristocratico a ottenere una talea dal medico di corte (l’unico titolato ad ottenere talee per confezionare eventuali medicine). De Clieu prese la talea e, così scrisse, l’accudì con amore portandola con sé, in nave attraversando l’Atlantico. Secondo il suo racconto fu un‘avventura da ricordare. Ogni giorno, infatti, portava la pianta in coperta per esporla al sole, anche se una volta, dopo essersi addormentato al suo fianco un giorno si svegliò per scoprire che un olandese aveva tagliato via uno dei suoi germogli. Poi la nave fu attaccata dai pirati e l’ufficiale e la pianta si salvarono per un soffio, e infine la nave prima fu sballottata da una tempesta e De Clieu dovette riparare la pianta dall’acqua in eccesso, poi la nave si fermò causa bonaccia per più di un mese e allora l’acqua dovette essere razionato e difatti scrisse: “l’acqua è talmente scarsa che per oltre un mese dovetti dividere la mia scarsa reazione con la mia pianta di caffè.
Non finì qui, perché una volta arrivato a casa e dopo aver piantato la pianta nel miglior angolo del suo giardino, fu costretto a circondarla da rovi e a farla sorvegliare da guardie, tutto questo finché non fu matura, cioè due anni più tardi, quando l’ufficiale raccolse i suoi primi frutti. Fu generoso, perché cominciò a donare le talee agli amici così che anche loro potessero intraprendere la coltivazione e diffondere le piante di caffè.
Che infatti furono coltivate nell’isola di Santo Domingo e nella Guadalupe. La coltivazione andò così bene che a partire dal 1730 cominciarono le esportazioni, prima verso la Francia, poi, siccome la produzione aveva superato la domanda nazionale, verso Levante (via Marsiglia). Insomma, la pianta del caffè, partendo dall’Africa, coltivata dagli Arabi, finì dall’altra parte del mondo e da qui tornò al punto di partenza, per poi ripartire e innervare caffè e locali di tutto il mondo: un inno alla lucidità, agli scambi, alle innovazioni e alle buone conversazioni.
Ah, De Clieu fu poi ricevuto ed elogiato dal Luigi XV che a differenza del padre amava il caffè.
Come terminare? Con gli auguri: buon anno e che nel 2024 i tanti buoni caffè possano ispirare i migliori ragionamenti e una sana episteme così da far contento Lucio Dalla e costruire per davvero l’anno che verrà, pieno di grandi novità, ad libitum.