Mieko Kawakami (Osaka, 1976) si è imposta da diversi anni come una delle voci più interessanti della letteratura giapponese contemporanea. Ha debuttato come poeta e ha esordito nella narrativa nel 2007 con il suo primo romanzo breve, Io nei miei denti e nel mondo. Negli anni ha vinto diversi premi, ha raggiunto una fama internazionale grazie a Seni e Uova (2020), mentre Heaven è stato selezionato nella shortlist dell’International Booker Prize 2022.
In Italia è pubblicata da e/o edizioni, che ora ha portato nelle librerie Gli amanti della notte (traduzione di Gianluca Coci), che Kawakami ha scritto nel 2011.
Protagonista del libro è Fuyuko, una donna di 34 anni che racconta di sé con una voce che è rimasta quella di lei bambina. Fuyuko è un personaggio incastrato nella solitudine senza neanche accorgersene. Vive una vita che è un’astensione dalla vita stessa. Fa la redattrice, prima in azienda poi da free lance, passaggio che ha scelto lei per l’idea di essere più libera, ma che in realtà va solo a rinforzare il suo isolamento, dato che inizierà a lavorare sempre da sola a casa. Fuyuko esce una volta l’anno, la notte del suo compleanno, che coincide con la notte del Natale, il 24 dicembre, quando va in giro da sola per la città, a godersi la meraviglia delle luci notturne, e il freddo. Per completare una panoramica sulla trama diciamo che a un certo punto conoscerà un uomo, il cui incontro e le relative emozioni la costringeranno a spaccare il muro che si è costruita negli anni, risentire le proprie emozioni, desiderare di vivere.
A parte la trama, ci sono alcuni elementi narrativi interessanti del libro. Il primo, abbiamo detto, la voce, il cui tono non è vittimistico né recriminatorio, ma profondamente sincero nel raccontare il senso di inadeguatezza e, in fondo, un grande senso di vergogna: a volte l’incapacità di comunicare con gli altri della ragazza sembra estrema, ma il suo rispondere alle domande ripetendo le domande invece crea empatia fino in fondo.
Il fatto è che per Fuyuko davvero il tempo si è fermato: a un certo punto scopriamo che lei non solo non compra vestiti nuovi da anni, ma conserva in un suo cassetto la tuta da ginnastica del liceo (ricordiamo che ora ha 34 anni), pensando che magari le potrà servire prima o poi. E qui veniamo al secondo elemento interessante del libro: la ricostruzione della memoria. Lo schema è quello della letteratura del trauma: ti faccio vedere come sono oggi e dopo ti spiego perché sono diventata così. Ma tutto questo è sotto traccia, sotto quella voce delicata e poetica che ricostruisce a suo modo, con i suoi tempi, le sue immagini, e senza un eccesso di drammatizzazione, la sua storia.
Altro elemento interessante, e moderno, è il ruolo importante, in negativo e positivo, che hanno le donne, le amiche di Fuyuko. Oggi sono loro che ci salvano, a noi donne.
Il finale non lo spoileriamo, ma possiamo dire che, in ogni caso, qualcosa sarà cambiato per Fuyuko.