Al festival di Mantova Food and Science 2021, il genetista Luigi Cattivelli ci ha raccontato un po’ di innovazioni che speriamo verranno finanziate a dovere, sperimentate in campo al più presto, in modo da accrescere la conoscenza il più possibile e migliorare le piante e noi con loro. Vediamole.
Uno: piante di pomodoro capaci di inibire la germinazione di alcune erbe infestanti. Per esempio le orobanche (delle vere sanguisughe, si attaccano alla radice e succhiano, sono gialle non hanno fotosintesi, parassite insomma), germinano quando sentono l’odore del pomodoro (nello specifico, sentono alcuni essudati che le radici del pomodoro immettono nel terreno). Ebbene, possiamo impedire che questi essudati siano presenti nel terreno, meno essudati, meno orobanche, meno erbicidi.
Due: pomodori con prolina, un osmolita con un importante ruolo per la resistenza alla siccità. Quindi pomodori più resistenti, meno spreco, meno costi.
Tre: piante di cereali con semi più grossi.
Quattro: ci sono piante di frumento tenero che controllano,grazie a un gene,
la resistenze a diverse malattie fungine. Il gene si trova su un particolare pezzo del genoma che non ha corrispondenza nel frumento duro. Si può incrociare il frumento tenero con quello duro, certo con difficoltà e con spreco di tempo (ci vogliono 20 anni di lavoro, investimenti e pazienza). Se uno invece prende quel gene dal frumento tenero e lo inserisce nel frumento duro è un attimo e il tempo necessario per verificare il buon funzionamento scende a tre anni. Che dite? Conviene, no?
Cinque: arance con antocianine (rosse) che possono anche accumulare il licopene (giallo) perché normalmente le arance o sono gialle o rosse, Possiamo ottenere un’arancia che accumula antocianine e licopene: più colori e sostanze utili per tutti.
Kiwi: resistenti alle batteriosi, pioppi con meno lignina, uva e melanzane senza semi, meli resistenti alla ticchiolatura ecc., ecc.
Problema: sono innovazioni che vanno sperimentate in campo, perché in laboratoriole piante vengono coltivate in vasi singoli, tra di loro non c’è interazione e soprattutto in laboratorio non c’è il cielo. Siccome grazie all’unione e all’interazione di più laboratori siamo riusciti ad ottenere prodotti promettenti è fondamentale che il legislatore permetta la coltivazione in campo: testiamo con metodologia scientifica le nostre idee, è l’unico modo per capire se sono o non solo valide. Come dire, se manteniamo i piedi per terra e ben piantati sulla materia poi abbiamo la spinta necessaria per spiccare il volo.