Un piccolo puntino azzurro, disse Carl Sagan, quando nel 1990 convinse la Nasa a girare la fotocamera della sonda Voyager 1, allora si trovava a sei miliardi di distanza e scattare foto della terra. Vista da quella distanza la terra è appunto un piccolo puntino azzurro e necessita del nostro aiuto. La base sulla quale costruiamo l’aiuto è il cibo, cibo per tutti, buono, e con meno spreco di risorse: agricoltura dunque, il principio primo, la materia elementare.
Dobbiamo nutrirci, contiamoci, saremo 10 miliardi, utilizzeremo un’estensione di terra limitata e che tale deve restare, e comunque senza cibo le chiacchiere stanno a zero: quello che è successo in questo ultimo secolo, a partire dall’innovazione tecnologia, lo dobbiamo alla sconfitta della fame, delle carestie e delle malattie, e il ringraziamento se lo meritano anche agli agronomi. Infatti, se ci stacchiamo dal vostro personale orto, dal nostro privato giardino, dall’alto potete vedere l’incredibile rete di connessioni che legano il nostro orto al resto del mondo: il mondo (i quasi otto miliardi) guarda al nostro orto e noi guardiamo al mondo, dall’alto è tutto chiaro.
Per questo, non ha importanza se il vostro interesse è un semplice orto o una grande azienda, se sia la produzione di nicchia o una intensiva, perché se vogliamo darci una mano e continuare ad abitare al meglio questo piccolo puntino azzurro, è necessario studiare, approfondire e imparare a maneggiare i nuovi strumenti che rendono più sostenibile la produzione del cibo.
Insomma, cambiamo il punto di vista. A proposito di vedere le cose dall’alto per poi tornare sulla terra rinnovati, in Campania c’è l’università di Agraria con sede a Portici che sta lavorando per portare le piante nello spazio. Già nel dicembre 2017 è partito un set di semi di carote, avvolte in batuffoli di agar, con destinazione stazione spaziale. L’esperimento era molto specifico, osservare dove si orientano le radici in assenza di gravità, ma questo è solo l’aspetto finale.
La preparazione dell’esperimento, e cioè il rispetto dell’affascinante e complesso protocollo della NASA (scelta dei semi, sistemazione, manutenzione, il tutto per un set di semi piccolo come un pacchetto di sigaretta) ha richiesto competenze specifiche, capacità di lavoro in squadra e sguardo lungimirante.
Alcuni esperimenti (quelli condotti dal tema della De Pascale, continuano) sono esemplari, illustrano un modus vivendi: se vogliamo dare una mano al mondo, solleviamoci per un attimo, diamo un’occhiata a questo bel puntino azzurro dove abitiamo e poi torniamo giù e cominciamo dalle basi, dal cibo e da chi lo studia: ci sono centri di eccellenza dovunque in Italia, cerchiamo di finanziare e sostenere il loro viaggio, e non solo con belle parole.