A proposito di innovazione, svolte storiche e anche resilienza nel settore agricolo, vale la pena soffermarsi a raccogliere la storia di Terremerse, tra le più importanti cooperative multi filiera dell’agroalimentare del nostro paese, realtà unica per dimensioni e caratteristiche organizzative, costituita nel 1991 grazie all’unione di diverse cooperative, ma che in realtà ha origine nella Cooperativa Servizi a Coloni, Piccoli proprietari e affittuari di Massa Lombarda, fondata nel 1911.
In effetti, a proposito di storia e storie, con Terremerse, non è facile scegliere se partire dal presente o dal passato, lo sguardo tende a voler stare contemporaneamente su entrambi i luoghi, perché se si posa sull’oggi vede un modello di business e sviluppo del mondo agricolo che ha fatto suoi i tratti più importanti della modernità e dell’efficienza di impresa, ma sappiamo anche che questo è il risultato di percorsi storici che hanno riguardato non solo la storia del cooperativismo italiano, ma del mondo contadino tutto, che, attraverso scelte non semplici, ha messo da parte i contrasti endogeni (tra mezzadri, affittuari e braccianti), ha affrontato la ricostruzione post bellica, intrapreso l’industrializzazione del settore primario e la sua integrazione con i mercati.
Tutto questo grazie anche alla cooperazione, e quindi a Terremerse, il cui modello ha,tra le altre cose, il merito di aver favorito la diffusione di soluzioni tecnologiche avanzate e messo a punto modelli con una sostenibilità a tutto campo.
Ma andiamo per ordine. Andiamo all’oggi.

Partiamo da alcuni dati: la cooperativa Terremerse oggi conta 5600 soci, più di65 consulenti e tecnici agricoli e circa 400 dipendenti fissi e avventizi. La sede direzionale è a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna. Ha una presenza capillare nel territorio emiliano-romagnolo e nazionale, con numerosi punti vendita di agroforniture e centri di ritiro e stoccaggio cereali.
Con un fatturato di 179 milioni di euro (2020), si basa su un modello cooperativo unitario e allo stesso tempo diversificato. I settori di attività sono quattro:
- Agroforniture, con Ricerca e Sviluppo e Impiantistica e Irrigazione
- Cerealproteici
- Ortofrutta, con una propria sezione O.P.
- Lavorazione delle carni
I servizi offerti sono molteplici, dall’Help Desk Campagna, a disposizione dell’imprenditore agricolo, ai servizi di raccolta rifiuti fino alle anticipazioni finanziarie(acconti cereali): al centro delle strategie c’è la tutela dell’agricoltore, che viene supportato per ottenere l’incremento delle rese e della qualità dei raccolti, e l’abbattimento dei costi.
Ma prima di vedere nei dettagli i servizi di Terremerse, è interessante capirne la visione di insieme, comprendere cosa c’è al centro di questa realtà articolata e in continua evoluzione, e quindi qual è il valore aggiunto del mettersi insieme.
Alla base c’è un’ambizione precisa, che è creare una connessione tra l’evoluzione della domanda del mercato e le produzioni. E non è scontato, perché questa impostazione ribalta un modo di pensare e procedere tipico, che parte da sé stessi, dal proprio mondo, da cosa si vuole fare. Qui il punto di vista si sposta sull’altro: cosa dice il mercato? Quali sono le nuove esigenze? Da qui partono le strategie produttive, e non il contrario.
Tutto questo non è facile, il ponte da costruire tra la terra e i mercati non è semplice né stabile, ma complesso e mobile, perché da un lato c’è l’impresa agricola, che oggi costituisce anch’essa una realtà sofisticata, con i suoi bisogni economici, sociali e ambientali, dall’altro ci sono i mercati con i fornitori di mezzi e i servizi per la produzione, le strutture finanziarie, l’industria della trasformazione, la distribuzione, i consumatori, l’ambiente, ognuno con le sue richieste di garanzie, standard di qualità, sistemi di regole, e a cui vanno garantiti volumi, sicurezza e qualità delle produzioni.
Come riuscire a creare le connessioni giuste?
Un ruolo centrale lo gioca, anche qui, l’innovazione. Infatti non è un caso che Terremerse, oltre ad avere un suo team di Ricerca e Sviluppo, dove si sperimentano nuovi prodotti e percorsi agronomici, è dotata di un Centro di Saggio dove si testano agro farmaci e biostimolanti.
Ma se torniamo alle attività, vediamo come il fattore umano, insieme a quello tecnologico, è una maglia fondamentale di quel ponte.
Per il settore Agroforniture, Terremerse conta su una rete di 65 consulenti che, forti delle competenze dellaRicerca e Sviluppo, avvicinano i risultati della sperimentazione alla produzione. In che modo? Loro forniscono un’assistenza personalizzata agli agricoltori, trasferendo loro informazioni tecniche e commerciali per orientarli verso l’impiego di prodotti e l’adozione di linee guida e tecnichetra agrofarmaci, fertilizzanti, sementi, mangimi, prodotti orto e giardino, che assicurano un rapporto costo beneficio ottimale. È la massima integrazione della cooperativa: in sostanza l’agricoltore, se lo vuole, non è lasciato mai solo.

Nel settore dei Cerealproteici, Terremerse segue i produttori monitorando l’intera filiera, dalla pianificazione produttiva alla commercializzazione, passando attraverso il ritiro, lo stoccaggio e l’essiccazione. Per lo stoccaggio, oltre a quello tradizionale verticale, Terremerse offre uno stoccaggio in silo bags, differenziato e funzionale, con conservazione naturale del prodotto con CO2.
Grazie a questo approccio di tutoraggio ad ampio spettro, Terremerse è partner dei più importanti operatori del mercato, tra industrie produttrici di pasta, pane e prodotti per l’infanzia, mulini, mangimifici e industrie olearie. Ecco quel ponte tra terra e mercati, conl’adesione dei produttori ai disciplinari e ai capitolati delle più importanti aziende del comparto, garantendo così forniture costanti in termini di volumi, specifiche caratteristiche qualitative, rintracciabilità e certificazioni delle produzioni, secondo i principi di sostenibilità e di sicurezza alimentare.Unmovimento perfettamente circolare.
L’ottica della sostenibilità e dell’efficienza è al centro anche del compartoimpiantistica, irrigazione e drenaggio. Qui Terremerse progetta e realizza gli impianti e fornisce assistenza tecnica sempre nell’ottica di potenziare la resa delle colture e quindi il reddito dell’imprenditore agricolo, prestando la necessaria attenzione al risparmio idrico e all’eco-sostenibilità.
Per l’ortofrutta, Terremerse, attraverso la propria O.P., riunisce 500 soci sparsi su tutto il territorio nazionale, produttori per 6.200 ettari di superficie coltivata complessiva, 290 mila tonnellate di prodotto commercializzato e 5 filiali controllate per la commercializzazione. La mission specifica qui è la programmazione delle produzioni, l’adeguamento agli standard richiesti dal mercato, la diversificazione delle attività commerciali per ridurre i rischi delle crisi, e anche qui promozione di pratiche colturali, tecniche di produzione e di gestione dei residui rispettose dell’ambiente.
Per chiudere sempre il cerchio (l’economia è circolare) il socio che ha acquistato prodotti quali agrofarmaci, teli di plastica, manichette, oli e batterie dalla Cooperativa può usufruire del servizio di raccolta rifiuti agricoli. Ma la sostenibilità, che si basa sulla circolarità, non si ferma appunto all’impatto ambientale, ma anche agli aspetti economici e finanziari. In questo senso, lato agricoltore, come detto al centro delle strategie di Terremerse c’è l’incremento delle rese, della qualità e ottimizzazione dei costi, e in questa ottica è stata pensata. Ad esempio, l’erogazione di un accontoa ridosso della fine della campagna di raccolta dei cereali,per una quota preponderante del presunto prezzo finale, attraverso il quale il produttore può affidare a Terremerse la gestione commerciale annuale delle produzioni cerealproteiche e oleaginose, senza dover attendere l’anno successivo.
Il modello sta funzionando?
Torniamo al primo punto, ai numeri: il fatturato del gruppo, dal 2008 al 2020 è passato da 139,8 milioni a 174milioni, nello stesso arco di tempo il fatturato del settore Agroforniture è passato da 37,8 milioni a 80milioni, i Tecnici da 30 a 65, i punti vendita da 21 a 30.
Ma ora torniamo ancora una volta alla visione, che ci restituisce il senso delle cose, ma questa volta guardiamo al futuro.
Terremerse sta lavorando per esportare il proprio modello su nuovi territori a servizio delle aziende agricole, attraverso un percorso di crescita che riguarda in modo sinergico tutti i settori di attività. In particolare sono previsti investimenti in nuove strutture di ritiro Cereali e di distribuzione di Agroforniture, piuttosto che in macchine e attrezzature per favorire il rilancio di un progetto sulle orticole da industria. La stessa idea di crescita e di investimento vale per il comparto carni.Ma il “fattore di produzione” principale per Terremerse non sono i fabbricati o gli impianti, bensì, come abbiamo visto, le persone, ed è qui che sono previsti costanti investimenti: i professionisti del modello multifiliera devono avere una sensibilità e versatilità professionale non comune,e mantenere la capacità di essere specializzati in ambiti diversificati e integrati tra loro. Questo si lega in modo stretto all’altro driver fondamentale di Terremerse: l’areaRicerca e Sviluppo, dove sono previsti investimenti continui, perché la domanda di innovazione, sperimentazione e formazione tecnica è altissima, sia da parte delle aziende agricole sia dagli altri operatori del settore.