Aboca è un’azienda italiana che lavora per la salute dell’uomo, una healthcare company, con prodotti al 100 per 100 naturali, che significa che non vengono utilizzati eccipienti né conservanti di sintesi, né sostanze artificiali e OGM.
Questo approccio può far pensare a una via più semplice (sì, naturale è associato a semplice nell’immaginario comune) di quella percorsa dall’industria chimica e farmaceutica, ma a studiare bene la sfida di Aboca di “farcela solo con la natura” si scopre che l’azienda ha sempre lavorato per rivoluzionare, e non semplificare, la visione scientifica delle sostanze naturali, studiando la loro complessità per decifrarla e provarne l’azione fisiologica sull’organismo umano.
Alla base c’è la convinzione che nella natura ci siano le soluzioni per le esigenze di salute e benessere degli uomini, perché uomini e piante sono fortemente interconnessi, a cominciare dal fatto che alla base c’è una stessa identica materia, il DNA.
Partendo da questo punto, come si arriva a realizzare un’azienda che oggi è presente in tutto il mondo, ha 140 prodotti di listino, conta 52milioni di pezzi venduti nel 2020, con un fatturato di 228 milioni di euro?
Per comprendere la realtà di Aboca abbiamo due modi, uno più razionale, che è la presa in visione di dati e informazioni, l’altro è fare una passeggiata tra le colline di Sansepolcro fino a quelle umbre e poi visitare un museo unico nel suo genere, dove si fa un viaggio sensoriale nel rapporto tra erbe e salute nei secoli.
Decidiamo di partire dai dati, per lasciarci la passeggiata alla fine.

L’azienda nasce nel 1978, a Sansepolcro, in Toscana. Oggi, con 1600 dipendenti, è presente in20 paesi oltre all’Italia e, dicevamo, conta 140 referenze tra dispositivi medici (automedicazione per patologie lievi, condizioni croniche, sindromi e disturbi funzionali relativi alle prime vie respiratorie, al tratto gastrointestinale e al sistema metabolico) e integratori alimentari naturali per numerose esigenze di salute (tra cui difese immunitarie, depurazione, pressione arteriosa, sonno, umore e stanchezza).
Aboca gestisce direttamente tutta la filiera che va dalla coltivazione al prodotto finito: sono 1700 gli ettari, tra Umbria e Toscana, coltivati direttamente dall’azienda, dove si trovano 67 specie diverse di piante officinali coltivate con metodo biologico, frutto di selezione e adattamento.
Dopo la coltivazione, avviene la fase farmaceutica, e qui le materie prime vengono estratte, frazionate, concentrate e standardizzate solo con l’impiego di miscele di acqua e alcool e tecniche di separazione fisiche avanzate come l’ultrafiltrazione. Questo grazie all’elevato livello di automazione industriale, unito a software intelligenti. Lo stabilimento produttivo di Pistrino (29.000 mq, in provincia di Perugia), insieme a un secondo stabilimento di 4.000 mq, consentono di raggiungere una capacità estrattiva complessiva di più di 100.000 kg annui di estratto essiccato.
La ricerca è il cuore di tutto il processo, perché Aboca ha ideato un sistema innovativo, integrato e verticalizzato in un’unica piattaforma denominata Evidence based Natural, che prevede l’applicazione dei criteri della Evidence Based Medicine alle sostanze naturali complesse. In più, le fasi di sviluppo e produzione, se non includono mai l’uso di solventi, fanno largamente uso di tecnologie avanzate, software e sistemi di automazione da industria 4.0. Quindi le risorse più innovative, come la scienza e tecnologia, vengono miscelate, queste sì, alle risorse antiche della natura.
Questa macchina industriale che lavora in sodalizio con la natura, si muove inseguendo una doppia innovazione: di concetto, per rileggere i meccanismi fisiopatologici, ovvero non per intervenire sui sintomi ma guardando alle cause, e considerando l’organismo nel suo complesso. E poi una innovazione di prodotto, dove si mira a scovare complessi molecolari naturali in grado di interagire con l’organismo in modo efficace e con un vantaggioso rapporto beneficio – rischio.
I diversi reparti di ricerca – storica, botanica, agricola, farmaceutica, metabolomica, biologia dei sistemi, preclinica, clinica e vigilanza, big data management- e i vari laboratori lavorano in sinergia: biologia dei sistemi, dove si studia la comprensione dell’interazione tra la sostanza naturale complessa e il metabolismo dell’organismo, grazie a tecniche di ultima generazione tra cui la genomica, la trascrittomica e la proteomica. C’è poi il laboratorio di analisi metabolomica, dove si studia la totalità della composizione quali/quantitativa delle sostanze naturali e attraverso la quale si identifica anche l’«impronta digitale» della sostanza. Infine il dipartimento di ricerca clinica, dove si studia sì il beneficio clinico specifico ma insieme ai parametri generali che tengono in considerazione l’omeostasi della persona e la qualità della vita.
A questo punto, la mappa dei dati ci sembra completa, abbiamo chiara la mission, la sfida, la misura di Aboca. Così, per toccare meglio con mano, facciamo un giro dentro la sede principale dell’azienda, che si trova proprio ad Aboca, (da cui prende il nome), una frazione di Sansepolcro, poi saliamo in macchina e saltiamo il confine tra Toscana e Umbria e arriviamo a far visita alla fabbrica 4.0, a Pistrino, in provincia di Perugia. 29mila mq, ricoperti tutti di pannelli fotovoltaici. Entriamo. Qui lavorano circa 650 persone e qui prendono vita tutte le fasi di trasformazione delle erbe, dalla concentrazione all’essiccazione fino al prodotto finito. Ci sono anche alcuni dei laboratori di ricerca. Insomma è questo il posto dove natura e scienza si fondono, si alleano.

Ora torniamo indietro, a Sansepolcro. Siamo nella bella piazzetta dentro i giardini Piero della Francesca, e ci accingiamo ad entrare all’Aboca Museum, a Palazzo Bourbon del Monte, una residenza del 1700.
Prima di iniziare il percorso, siamo attratti dai libri del piccolo book shop: infatti nel 2012 è nata Aboca Edizioni, che pubblica libri di scienziati, narratori, intellettuali, filosofi, dedicati alla salute, alla scienza, la sostenibilità, l’agricoltura, nuovi modelli di vita e di sviluppo, ma anche arte e letteratura. Con 100 volumi in catalogo, una linea editoriale impegnata a esplorare, capire, narrare il mondo contemporaneo attraverso più punti di vista, con grande attenzione allo stato di salute dell’ambiente e dell’uomo, e il loro rapporto in continua ricerca di equilibrio.
Al piano terra del museo c’è una sezione multimediale per conoscere toccare con mano le varie attività dell’azienda attraverso pannelli interattivi. Ma Aboca Museum è, come dicevamo, un luogo che custodisce una memoriaantica preziosa, quella della storia della cura, della ricerca della salute attraverso le piante nei secoli. Ecco che salendo ai piani superiori del palazzo, ci si trova in un percorso segnato da varie stanze, tra preziosi erbari, libri di botanica farmaceutica, antichi mortai, ceramiche e vetri da farmacia e il profumo delle piante officinali. Ci sono poi la ricostruzione di antichi laboratori, la stanza dei veleni e la farmacia dell’800. Nella stanza delle erbe ci si ritrova dentro la ricostruzione di un antico magazzino di piante medicinali del ‘500, e quando si arriva all’ultimo piano si può accedere alla Bibliotecha Antiqua, dove un team di storici e accademici esplora l’uso terapeutico delle piante attraverso i secoli nei circa 2.500 volumi datati dal XV al XX secolo.Questa nostra tappa con Aboca è conclusa. Ma come si sta in Aboca? Torniamo ai dati: Aboca è una Società benefit, certificata Azienda B Corp, e ha da poco ricevuto il premio “Best for the World“, riconoscimento che viene assegnato annualmente solo al 5% delle B Corp. Il premio è stato assegnato per il modello di gestione dell’impresa orientato al bene comune e per le pratiche ambientali evolute.