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Home L'intervista

Come consumare di meno e guadagnare di più? Con i biostimolanti, per esempio. Tre domande a Camilla Corsi Head CP Research Syngenta

da Antonio Pascale
18/10/2022
in L'intervista
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Cosa sono i biostimolanti?

I biostimolanti sono soluzioni che stimolano i normali processi fisiologici del ciclo vitale delle piante con l’effetto di migliorarne lo stato di salute e di produttività. Contengono sostanze attive normalmente presenti in natura (in molti casi ricavate da resti vegetali, alghe o materiali organici di recupero), ma possono contenere anche microorganismi benefici, o una combinazione di entrambi. Questi ingredienti, combinati in miscele molto complesse, e la cui formulazione è studiata ad hoc per agire al meglio sulla pianta, entrano in gioco nella regolazione dei processi fisiologici vegetali e li rendono più efficaci. Sono qualcosa di diverso dai fertilizzanti, e che nasce per integrarne l’azione. Perché se i fertilizzanti forniscono alla pianta “dall’esterno” i nutrienti essenziali per la vita e la crescita, i biostimolanti agiscono sulla pianta “dall’interno”, con effetti che possono comprendere, tra gli altri, anche l’ottimizzazione dell’efficienza dei fertilizzanti. Ma possono anche aiutare la pianta a affrontare meglio gli stress legati a condizioni sfavorevoli di clima e suolo, o, pure, migliorare la qualità dei raccolti. In più, possono agire anche sul suolo, aumentando la disponibilità di nutrienti al suo interno attraverso la promozione dell’attività microbica nel terreno.

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Che risultati concreti hanno dato?

I biostimolanti non hanno goduto di grande popolarità in passato perché venivano spesso proposti come “elisir” miracolosi, promettendo effetti prodigiosi sulla pianta che però non erano supportati da adeguate prove scientifiche. Adesso la concezione dei biostimolanti è cambiata in tutti i sensi. Sono prodotti che portano con sé un bagaglio importante di conoscenza tecnica e di innovazione, e che prendono forma grazie a una rigorosa e sistematica ricerca scientifica. I vantaggi di questo approccio si rispecchiano in primis in risultati concreti dal punto di vista agronomico, ottenuti grazie a prodotti che vengono “cuciti su misura” sulle necessità degli agricoltori. Esistono soluzioni che sono in grado di aiutare le piante a gestire stress importanti come gelate, asfissia radicale, diserbi, grandinate. Oppure, prodotti che permettono agli agricoltori di mantenere un buon livello produttivo anche in condizioni di salinità del terreno. Pensando al problema pressante di una efficiente gestione dell’acqua, poi, abbiamo sviluppato un prodotto, chiamato Talete, in grado di migliorare la produttività delle colture per unità di acqua utilizzata nella produzione agricola. Ma i risultati puramente agronomici non sono i soli ad essere importanti. In un contesto in cui il contenimento delle emissioni è un bisogno sempre più pressante a livello mondiale, l’uso dei biostimolanti nella gestione delle colture può facilitare gli agricoltori nell’adozione di strategie a impatto sempre minore, senza mettere in pericolo la produttività. Per fare un esempio, abbiamo stimato che integrando uno dei nostri biostimolanti – YieldON, pensato per aumentare la produttività delle colture industriali – in un piano di concimazione standard, si ottiene un aumento di resa che si riflette in un contenimento netto delle emissioni di anidride carbonica che va dal 4% al 9% circa. Non sono risultati da poco se si considera quanto è complessa la sfida che affronta oggi l’agricoltura, che deve far fronte a richieste di alta produttività e, allo stesso tempo, di sostenibilità.

Come si sta evolvendo la ricerca a loro favore e come queste nuove soluzioni si integrano?

La ricerca nel settore dei biostimolanti si sta muovendo verso soluzioni nuove ed efficaci ad elevato valore tecnologico. Attraverso la continua valorizzazione delle fonti di origine naturale, la ricerca sui biostimolanti mira ad utilizzare piattaforme dinamiche, innovative, multidisciplinari, basate su una combinazione di tecnologie, processi e know-how. 

La chimica e le tecniche di formulazione, la microbiologia, la fisiologia delle piante (le scienze “omiche”) sono sempre più integrate e utilizzate per offrire soluzioni efficaci e sostenibili che soddisfino le aspettative e le esigenze degli agricoltori. 

Il miglioramento della salute dei suoli, l’ottimizzazione degli input nutrizionali ed un più efficiente uso delle risorse disponibili, come l’acqua, sono oggi i principali obiettivi che la ricerca nel settore dei biostimolanti si prefigge di raggiungere. Al contempo, l’uso di biostimolanti permette un’ottimizzazione delle pratiche agricole, rigenerando il suolo e conferendo una maggiore vitalità delle colture nelle prime fasi della crescita

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