Ciò significa perdita di produzione e cibo poco sicuro per i consumatori. Ah, se si potesse prevedere il contenuto di micotossine alla raccolta, sarebbe un bel passo avanti. Ma sapete com’è, spesso a problema corrisponde soluzione. È il caso della nuova applicazione, Qualimetre. La suddetta riesce, basandosi su alcuni dati, varietà dei cereali, la tipologia di preparazione del terreno fatta, la concia o meno del seme e data di semina, stima la data di fioritura (grazie anche a una rete di capannine metereologiche, che dà indicazioni sulle condizioni meteo durante la fioritura), insomma, dicevamo Qualimetre riesce a stimare l’eventuale contenuto di micotossine nei cereali alla raccolta. Grandi vantaggi per tutti, il consumatore in primo luogo. Poi gli ammassatori riescono a gestire meglio le diverse partite se queste dovessero contenere una certa quantità di micotossine (micotossine di tipo DON che possono essere presenti, ovviamente in quantità inferiore ovviamente al limite di legge). Difatti, l’applicazione, già dal mese di maggio, può rilevare la presenza di micotossine in una determinata partita e dunque l’ammassatore può dividere le singole partite di cereali in funzione del tipo che arrivano in base al livello di micotossine.
In Francia, l’applicazione su cereali e anche su mais. In Italia, la fase pilota, prevede l’implementazione nella zona nord ovest con un focus sul frumento. Poi, verrà utilizzato anche sul mais e comunque prevalentemente nel centro nord Italia dove il problema delle micotossine è più elevato.