Per esempio, mio padre (e scommetto pure il vostro) è fissato. Non appena le giornate si fanno più lunghe, se ne va per macchie, boschi e radure alla ricerca dell’asparago selvatico o di bosco. Cultura pregiata e di nicchia, inizia a comparire, appunto, in inverno inoltrato, a fine gennaio, e regala buone quantità di prodotto per quasi tutta la primavera.
L’asparago di bosco, come cantava Pietro Ciampi, ha tutte le carte in regola per essere un’artista (della tavola): sapore intensamente aromatico, assenza di trattamenti, elevato contenuto di vitamine (E, B9, C e K) e di minerali (manganese, potassio, magnesio, calcio e ferro). Ha proprietà riequilibranti del metabolismo, diuretiche e depurative, oltre a svolgere una funzione anti-infiammatoria e anti-ossidante. Ebbene, se andate per boschi alla ricerca di asparagi fate bene (e attenzione alle vipere, rettili da proteggere); se non ci andate, sappiate che l’Ortofrutticola Lacatena commercializza l’asparago di bosco da oltre 40 anni. Non solo rifornisce tutti i mercati rionali di Roma e zone limitrofe, ma anche gli scaffali della Gdo, attraverso la rete di una grande realtà distributiva.
L’azienda ha esperti collaboratori che in Sardegna raccolgono il prodotto con un metodo del tutto particolare: avvolgono ogni ciuffo di asparago con uno speciale panno che permette di preservarne l’integrità. Una volta raccolti, gli asparagi di bosco vengono trasportati a Roma, al CAR, da qui poi, si rimette in viaggio, così un prodotto selvaggio arriva sulle domestiche e placide tavole italiane.