E lo so, c’è da superare quello che gli anglosassoni chiamano lo yuckfactor, che tradotto significa una cosa che ci fa schifo, però gli insetti stanno arrivando. Noi facciamo in fatto di cibo facciamo i saputelli, ma da millenni in Oriente, Oceania e in Africa, gli insetti sono consumati e siccome l’Asia ha la sua forza vedrete che fra poco arriverà anche da noi una rivoluzione culinaria basata sugli insetti.
A parte il solito discorso, e cioè la popolazione mondiale cresce, ma è chiaro che trovare proteine a basso costo sta diventando una necessità per l’ambiente. Anìn a grìs, andiamo a grilli recita una struggente e famosa canzone popolare friulana, tra c’è una bella versione di Elsa Martin (con accompagnamento al piano di Stefano Battaglia)
I grilli, per esempio, oltre ad avere un impatto ambientale molto basso (producono meno dello 0.1% di gas serra rispetto ai bovini), hanno un contenuto proteico pari al 70%, 2-3 volte maggiore rispetto alla carne rossa. Sono inoltre ricchi di nutrienti e vitamine comprese e non impattano ulteriormente sulle risorse del pianeta. Non solo, i grilli possono essere allevati verticalmente e sono eccellenti trasformatori di scarti alimentari in nutrienti di alta qualità.
C’è anche una startup del Regno unito, fondata da italiani, che ha lanciato a Londra una nuova linea di cracker proteici a base di farina di grillo. Nei supermercati questo prodotto non sta andando male. Tutta sta a vincere le resistenze delle persone e invitarle ad assaggiare i grilli per la prima volta.
Questo accade nel Regno Unito, In Italia, nonostante permanga il divieto nella distribuzione commerciale di novel food e derivati, stanno nascendo nuove iniziative imprenditoriali.
Vediamo se nelle prossime edizioni di Masterchef ci saranno ricette ispirate agli insetti.