Parlando di strumenti, è utile ricordare che abbiamo già a disposizione poche regole elementari che ci permettono di orientarsi nel mare magnum dell’informazione, altrimenti detta infodemia.
Nuovo anno, vecchia pandemia e dunque mi chiedo: non sentite anche voi il bisogno di spazzare il pattume verbale e tirare le fila? Voglio dire: quali sono le cose che dovremmo tenere a mente, a mo di bussola, diciamo così, per orientarsi meglio il prossimo anno? Forse bastano 4 punti cardinali. Prima cosa? Per capire la pandemia è veramente utile usare le frazioni. E’ un calcolo semplice che probabilmente presi dalla discussione abbiamo disimparato. Di recente, il filosofo Diego Fusaro, critico verso il green pass e i vaccini, ha postato su Twitter un appunto vergato da lui medesimo. I positivi al 21 dicembre 2020 e quelli del 21 dicembre 2021. Ha sottolineato che un anno fa i positivi erano 10.872 (su 87889 tamponi) mentre nello stesso giorno del 2021 i positivi erano 30.789 (su 851865 tamponi). Dunque, siccome i positivi al 21 dicembre erano di più, ha scritto: è chiaro no? Volendo sotto intendere: i vaccini non servono, infatti come potete chiaramente vedere i positivi sono aumentati. Naturalmente gli hanno fatto notare che doveva usare le frazioni, cioè dividere i positivi per il numero dei tamponi: sarebbero infatti il 12,37% di casi positivi nel 2020 e 3,61% nel 2021, quindi il vaccino funziona eccome. Le frazioni, dunque, operazione algebrica che si apprende alle elementari, sono sconosciute a Fusaro. Secondo punto di orientamento? Anche a partire dallo studio delle frazioni si capisce che la pandemia non ci porta in lockdown perché le persone si ammalano: ci porta in lockdown perché si ammalano tutte assieme. Se ci ammaliamo tutti insieme, poi il sistema sanitario si ammala anche esso, nel senso che va sotto stress. Questo concetto elementare, di cui tutti, anche senza studiare grandi filosofi, abbiamo purtroppo fatta esperienza non sempre viene considerato nei dibattiti pubblici e dunque spesso si ragiona a suon di opinioni. Terzo punto cardinale: i vaccini sono l’unica arma che abbiamo contro questa pandemia. Sì, certo si parla anche di monoclonali, plasma, e terapie domiciliari, ma allo stato dell’arte, la matematica ci dice che queste sono inefficaci e che dunque, ancora una volta, chi sposa solo questi metodi lo fa per motivi ideologici e non certo per amore di logica. Dunque, le due misure a disposizioni sono vaccini e lockdown. Se si potessero usare tutte e due sarebbe meglio, ma mentre i vaccini sono sicurissimi ed economici, i lockdown costano tantissimo. Quindi, riassumendo, i vaccini servono ed evitare i lockdown. Il quarto punto necessita di un preambolo teorico, ma conviene studiarlo: la pandemia ci sta facendo vedere come, secondo le leggi darwiniane, funziona l’evoluzione. Sono dinamiche difficili da prevedere, perché tante sono le variabili in gioco. Spesso quello che viene fuori è che un processo evolutivo non segue un meccanismo lineare. E’ un guaio, sia perché, antropocentrici come siamo, ragioniamo in maniera causa effetto (però spesso mal interpretando le cause) sia perché non possiamo buttarci in previsioni solide. Prendete il caso delle varianti. Quelle che sono diventate dominanti, non si sono sviluppate in modo lineare l’una dall’altra. La filologia genetica ci ha mostrato infatti che Delta non è nato da Alpha e Omicron non è nato da Delta. Anzi, per essere più precisi, Omicron viene fuori direttamente dal ceppo originario di Whuan. Era uno sviluppo prevedibile? No, non lo era. E tuttavia, in nome della linearità e prevedibilità, rischiamo di commettere degli errori. Come ha sottolineato anche Giorgio Gilestro (biotecnologo che lavora all’Imperial Collage di Londra) magari spingiamo per aggiornare i vaccini di modo che possono coprire Delta e tutte quelle future varianti che riteniamo possano svilupparsi sulla spina dorsale di Delta e invece viene fuori Omicron che prende il sopravvento. Finisce che sviluppiamo un vaccino buono per Delta quando poi Delta cede il passo a Omicron: non possiamo, quindi, aspettarci che le varianti future si basino sulla spina dorsale di quella circolante. Ha più senso aspettarsi il contrario. Cioè, le varianti future trarranno vantaggio dall’essere il più diverse possibile dalla variante che le ha appena precedute: meglio puntare su più cavalli. E meglio anche concentrarci su quegli strumenti utili a misurare o darci almeno delle probabilità, invece che ribadire che esiste solo l’interpretazione dei fatti anche se poi baserebbe un calcolo elementare per dimostrare l’esistenza dei fatti e il nostro torto.