Se con un sensore viaggiassimo indietro nel tempo fino a 4 miliardi di anni fa, potremmo registrare solo qualche microscopico sommovimento energetico ad opera di ancestrali forme di vita presenti nel fondo dell’oceano, accanto a sorgenti idrotermali.
Un po’ meglio andrebbe se viaggiassimo indietro a 3 miliardi di anni fa, quando i cianobatteri che vivevano nelle acque meno profonde hanno cominciato ad assorbire radiazioni luminose infrarosse e piano piano, reazione dopo reazione, hanno assorbito CO2 e acqua, e prodotto amido e ossigeno.
A partire da 1,2 miliardi di anni fa, potremmo invece notare un mondo di alghe rosse, poi marroni e dopo altri 500 milioni di anni ecco le alghe verdi.
E, solo di recente, a partire da 600 milioni di anni fa, troveremmo le vibrazioni energetiche di organismi con cellule differenziate, che per far funzionare il loro metabolismo utilizzavano l’ossigeno. Poi se viaggiassimo nel tempo del Cambriano, registreremmo la presenza di tanti trilobiti, e poi pesci, anfibi e animali con quattro zampe, più agili, in un guazzabuglio energetico, nessuna specie si imponeva su un’altra: un vero guazzabuglio.
Ma da quel guazzabuglio sono cominciati ad emergere molti quadrupedi e alcuni mammiferi, e tanti dinosauri che occuparono una estesa nicchia evolutiva, mentre i mammiferi se la cavavano perché erano piccoli, di dimensioni minime e sfruttavano quelle nicchie non frequentate dai dinosauri.
Tutto questo andò avanti per millenni, e dinosauri mammiferi se ne stavano per fatti loro, finché non arrivò il noto meteorite che cambiò il corso della storia sulla terra. Tre specie su quattro non ce la fecero, i dinosauri per primi. Le difficoltà per loro erano evidenti: collo lungo, la corna, il becco d’anatra, la testa a cipolla e i denti aguzzi non erano strumenti adatti alla sopravvivenza e infatti solo pochi uccelli ci riuscirono, e portano avanti ancora oggi l’eredità dei dinosauri.
E qui inizia l’epopea dei grandi vincitori, cioè i mammiferi, ma poi tutto questo eroismo non ci fu, anzi, molte specie di mammiferi fecero la fine dei dinosauri, fino a 23 specie scomparse. Una ebbe la meglio, apparteneva alla famiglia dei metateri, cioè, gli antenati dei marsupiali. Perché sopravvissero? Perché – ci dice Wilson Matilla che ha studiato quali animali fossero morti e quali sopravvissuti- la maggior parte di quei mammiferi – a giudicare dai loro denti – aveva una dieta generalista, onnivora, sfruttava meglio l’energia, a differenza dei grandi dinosauri che erano carnivori o erbivori, dunque quei placentati, in pratica, nel quadro di allora delle semplici e inconsistenti comparse, grazie alla loro dieta flessibile e alle piccole dimensioni riuscirono a trovare nicchie evolutive nuove e aperte, in pratica si nutrivano di ogni cosa che potevano trovare nel caos successivo all’impatto.
Così circa cento mila anni dopo l’asteroide, registriamo l’apparizione di un nuovo euterio che divenne poi comune. Rubricato dai paleontologi sotto la voce purgatoris, con i suoi molari che usava per mangiare la frutta e le articolazioni del tasso molto mobili, grazie alle quale poteva arrampicarsi sugli alberi. Insomma, anche a guardarlo a distanza di tanti millenni, era l’esponente privilegiato della linea dei primati.
Ed eccoci: arrivano gli hominini, che per una serie di innovazioni si posizionano su traiettoria accelerata, pronti al dominio del pianeta. Il primo uso di energia extrasomatico è avvenuto quando questi strani bipedi hanno imparato a maneggiare il fuoco e a utilizzarlo per cuocere gli alimenti.
Il fuoco è stato solo il primo passo per modellare il mondo, subito dopo avremmo cominciato a modellare le piante e chi l’avrebbe mai detto, a guardare il nostro albero genealogico, che da comparse quali eravamo, scampati a un evento caotico che ne succedono a migliaia, saremo poi diventati un miliardo di umani nel 1800, due miliardi nel 1924, tre miliardi nel 1960, 4 nel 1974, 5 nel 1986, sei nel 1999, 7 nel 2010 e a novembre del 2012 8 miliardi, e andiamo verso i dieci. Dieci miliardi di esseri umani che sfruttando una improvvisa dose di energia passano da primati e attori primari, comunque, capaci, secondo alcuni, di portare per arroganza il pianeta sull’orlo di un nuovo collasso peggio dell’asteroide.
Ma forse non è solo arroganza, ma anche voglia di vivere, migliorare, stare meglio. Affrontiamo problemi, troviamo a volte soluzioni che ci permettono di moltiplicarci e dunque, poi, impattare di più.
Fonti:
Vcal Smil, Come funziona davvero il mondo, Einaudi, 2023.
Wilson Matilla: https://www.nationalgeographic.it/gli-antichi-primati-esistevano-epoca-del-trex