Io ho un sogno, oltre a quello classico, dico, di un mondo in pace, libero dalla fame e dalle malattie, rispettoso delle diverse sensibilità che lo abitano e lo muovono. Ecco, oltre a questo sogno, ma non lontano da esso, io vorrei che i cittadini si avvicinassero a una fabbrica, magari di quelle che fanno ricerca e innovazione. Una fabbrica italiana, ovvio, ben radicata su un territorio ma nello stesso tempo abituata a costruire ponti che travalicano quel territorio.
Una fabbrica come un fiume, che innerva il paesaggio ma attraversa terre lontane, arricchendole. Vorrei che i cittadini visitassero una fabbrica perché sotto quei capannoni, quegli impianti, c’è un grande libro, anzi un grande classico di narrativa. Leggere fa bene, no? Lo diciamo sempre. E’ un gioco, grazie al quale si può imparare il valore dell’ esperienza, propria e altrui. Poi ci si orienta. Allo stesso modo, dentro una fabbrica, possiamo leggere la vita delle persone insieme alla nostra, tracciare la linea che ci porta dal passato al futuro. In fabbrica si impara il processo creativo, come nascono le idee, come diventano concrete.
Quindi, riassumendo, a proposito di sogni, vorrei che i cittadini visitassero una fabbrica ubicata nel Trevigiano, la Della Toffola. Un territorio particolare, qui c’è il fiume sacro della Patria, il Piave. Qui ci sono ancora trincee, monumenti vari, resti della guerra che fu, eppure questo territorio non è rimasto ancorato al passato, c’è una concentrazione di aziende grandi e serie e globali: sci, calzature. Un territorio, diciamo così, che ha puntato i piedi per terra solo per saltare meglio, che si è voltato un attimo verso il passato ma solo per afferrare al volo il testimone e portarlo più avanti. Per questo mi piacerebbe organizzare un tour (ma non sono bravo come agente di viaggio), per metà del tempo in giro per il Trevigiano per l’altra metà sotto i capannoni Della Toffola.

Per metà del tempo a osservare le vestige del passato, certi monumenti, certe trincee, certi racconti, certe antiche consociazioni come gelsi e vite (bachi da sete e vino), certe forme di allevamento della vite, ormai non più in uso, ma belle a vedersi come la Bellussera, e contemporaneamente conoscere i nuovi strumenti tecnologici, frutto di una salutare e benvenuta innovazione sostenibile (di quelle che fanno risparmiare, garantiscono un prodotto migliore e salubre).
Insomma, visitare la Della Toffola e frequentare il territorio attorno alla fabbrica è un po’ come osservare il testimone che il fiume, per così dire, sta prelevando dalla foce e portando lontano, oltre le Alpi.
Cosa fa Della Toffola? Produce, realizza ed esporta soluzioni tecnologicamente avanzate e sostenibili, macchinari utili anzi essenziali per le industrie enologiche, per il settore delle bibite (birre, succhi) e per il confezionamento dei prodotti lattiero-caseari. Infine, depuratori per il trattamento delle acque.
Meglio un libro? Un buon film? Meglio l’arte? Ma no, appunto, questo è il senso del mio sogno: come dicevo, alcuni prodotti tecnologici hanno lo stesso valore di un libro, di un film, perché sono il risultato di un processo creativo che prosegue da tempo, va avanti per errori, approssimazioni, mette in campo l’esperienza pratica di alcune persone, la loro testardaggine, la passione. Alla fine ecco che si arriva alla tecnologia sostenibile perché innovativa: arricchisce le nostre vite, nonché ci permette con la pancia piena di apprezzare meglio l’arte.
Concentriamoci per esempio su un’innovazione particolare prodotta da questa fabbrica. Il filtro tangenziale in ceramica. No no, non smettete di leggere, lo so che il tema non è suggestivo. Vorrei dimostrare che questo filtro porta con sé una storia e una sapienza e uno studio, cioè anni e anni di ricerca, di investimenti. Ovvero un modo di leggere e interpretare e vedere il mondo con passione. Risultato? Un filtro essenziale per produrre un vino di qualità.
Prendiamo quei vini aromatici dove è necessario conservare le qualità intrinseche delle uve di partenza. Ci vuole una buona filtrazione. Ora, i filtri usati in passato e in gran parte ancora in uso, erano formati da farine fossili: un materiale filtrante specifico ottenuto dalla macinazione dei gusci fossili di diatomee, alghe unicellulari, e caratterizzato da una struttura filtrante molecolare estremamente fine.

Funzionano ancora, certo. Ma bisogna cambiarli e gestirli, sono materiali inquinanti. Della Toffola sta proponendo da tempo dei filtri più efficaci a base di ceramica. Uno pensa che la ceramica sia un materiale solido e respingente, invece è poroso, filtra. Tecnicamente parlando sono filtri tangenziali per il vino e altre bevande. Perché a seguito della spinta, della pressione, il vino, come un fiume, prende una via tangenziale. Ne deriva un filtraggio altamente efficiente. Quindi abbiamo un macchinario a basso impatto ambientale, fortemente ecologico e con ridotti costi di gestione e produzione. Le membrane ceramiche, poi, durano a lungo e permettono un livello di filtrazione di qualità non ottenibile con membrane organiche.
A questo aspetto se ne aggiungono altri. Oltre alla conservazione delle qualità organolettiche del vino (grazie appunto a un filtraggio migliore), oltre al recupero di un’alta percentuale di vino nel caso in cui il prodotto iniziale fosse particolarmente torbido, oltre a tutto questo, non c’è alcun bisogno di utilizzare coadiuvanti alla filtrazione. E’ possibile inoltre automatizzare tutte le operazioni, per esempio programmare vini filtrati pronti per l’imbottigliamento senza bisogno di ulteriori lavorazioni. Da questo prodotto innovativo se ne declinano altri, come i filtri tangenziali con membrane spiralate, utili per la microfiltrazione spinta, quindi capaci di trattenere completamente micro-organismi e particelle solide in sospensione nel prodotto. In questo modo è possibile conservare le qualità iniziali del vino senza alterarle, nonché migliorare l’intensità delle sostanze aromatiche del vino.
Questi sono alcuni dei prodotti di Della Toffola, ma è molto interessante capire come, attraverso quali passaggi, si è arrivati alla produzione di filtri siffatti. Sempre per restare in tema fiume, è come se un fiume creativo avesse cominciato a scorrere anni fa, concentrandosi dapprima attorno a un territorio, utilizzando le energie di quei vecchi operai, un po’ inventori, un po’ sognatori, con una forte cultura del lavoro ed empirismo spinto, capaci di chiudersi in officina per giorni e giorni per trovare una soluzione a forza di martellate e torni.
Ma il suddetto fiume poi, non si è limitato a creare gorghi attorno al letto solito, si è abbeverato di altre fonti, è cresciuto. Appunto, come dire, è ancora il vecchio fiume della Patria ma sta portando quella Patria oltre le Alpi. Quel fiume è l’azienda Della Toffola, avviata da una famiglia e continuata da un gruppo di azionisti che ora sta spingendo su due fronti, radicare ancora e meglio il letto del fiume al territorio e creare un nuovo percorso. Segno di questa spinta su due fronti è la ricerca di soluzioni con un forte componente di intelligenza artificiale, quelle che renderà il processo di produzione di vino, birra e altre bevande, più tecnologico, ma il sapore, per così dire, più naturale: i Della Toffola sono degli innovatori naturali e nella seconda puntata racconteremo del percorso che si sta aprendo davanti ai nostri occhi (continua…).