Intervista a Marco Casalini, Presidente TerremerseSoc. Coop.
Come si possono “classificare” le pere?
Una prima, necessaria, distinzione per le pere è quella relativa al periodo di raccolta. Le pere, infatti, si distinguono in estive e autunnali/invernali. Fra le estive, le principali cultivar sono Williams e Carmen. Nelle autunnali, invece, troviamo Abate Fetel e Conference (la cui produzione nazionale è concentrata soprattutto in Emilia-Romagna), alle quali si aggiungono, con importanza più marginale, Packham (per la quale si è aperto un canale interessante con l’industria, soprattutto per il segmento bio) e Decana.
È facile produrre pere?
Dipende sempre dal confronto con quali altre piante da frutto. Sicuramente rispetto alle drupacee la gestione del pero, come più in generale quella delle pomacee, è maggiormente complessa e ci sono parecchie difficoltà per contenere alcuni funghi patogeni, come la maculatura bruna e l’alternaria. In alcune zone, ad esempio nel ferrarese che è una delle province vocate per questa coltura, si è arrivati addirittura all’estirpazione delle piante. Senza dimenticarci della cimice asiatica… Inoltre, è bene ricordare che entra in produzione non prima del 4° anno. Quindi è bene fare sempre una valutazione attenta quando si decide di compiere un investimento di questo tipo. Fortunatamente il mercato interno sta premiando chi ha creduto in questa coltura, con prezzi mediamente soddisfacenti. Per quanto riguarda, invece, il nostro export è abbastanza ridotto, in pratica solo l’Abate viene commercializzata anche oltre i confini italici, perché il mercato interno assorbe gran parte della produzione nostrana. Belgio e Olanda, invece, rappresentano i nostri principali competitor nel settore.
Per concludere, l’innovazione di prodotto è un fattore importante per essere sempre competitivi. Cosa succede per le pere?
Negli ultimi anni si sono svolte, e si stanno svolgendo, molte ricerche e sperimentazioni per riuscire a superare le problematiche principali di questa coltura, come ad esempio l’alternanza di produzione e la suscettibilità ai patogeni.