Quanti vitigni? Oltre 500, il nostro vino è il più differenziato del mondo. 409 vini hanno il
marchio DOP e includono 77 vini con denominazione di origine controllata e garantita (DOCG)
e 332 vini con denominazione di origine controllata (DOC).
Le prime 10 varietà per quota sulla superficie vitata nazionale rappresentano il 38% del
totale e tra queste quelle internazionali, Merlot e Chardonnay, rappresentano una quota molto
contenuta: meno del 15% della superficie vitata nazionale.
Vediamo i cambiamenti, perché negli ultimi decenni ce ne sono stati, eccome. È diminuita
la superficie vitata ed è cambiato il quadro ampelografico delle varietà impiantate e
parallelamente l’offerta si è sempre più orientata verso la produzione di vini DOP e IGP non
tralasciando, comunque, anche i vini senza indicazione geografica di cui si è certamente
innalzata la qualità.
Vediamo: flessione decisa in regioni come il Lazio e nelle regioni del Sud, Sicilia in testa, e
flessione anche per alcune regioni del Nord Ovest.
Altre regioni, Veneto in testa, stanno spingendo la produzione degli spumanti. Qui, oltre al
varietale Pinot Grigio, c’è il vitigno Glera che ha sostituito il nome Prosecco (grazie al D.M.
21/07/2009). Questo perché “Prosecco” indicava un vitigno e non una zona di produzione, per
cui la tutela sarebbe stata inefficace (vedi la diatriba tra Tokaji ungherese – denominazione – e
Tocai friulano – vitigno). Si è quindi deciso che il vitigno avrebbe cambiato nome in Glera (la
Glera è un vitigno semiaromatico).
Per concludere, un po’ perché le rese in vigneto ammesse per la produzione dei vini DOP
e IGP sono significativamente più basse di quella ammessa per i vini comuni e sia perché non
tutta la superficie disponibile è effettivamente utilizzata per la produzione dei vini DOP e IGP,
soltanto metà del vino totale prodotto in Italia è messo sul mercato come vino DOP e IGP.