La storia recente delle birre di grano è essenzialmente una storia Europea, ma il richiamo della birra si estende chiaramente ben al di là dei confini di questo continente. La Cina – dove si presume sia da collocare l’origine delle bevande alcoliche a base di cereali – ha superato gli Stati Uniti diventando il più vasto mercato al mondo della birra, con consumi che, in epoca pre pandemia, hanno raggiunto la strabiliante cifra di 25 miliardi di litri. La produzione birraria della Cina moderna però non è databile prima del 1903. Allora, alcuni tedeschi aprirono un beneficio a Quingdao, dove si continua tutto oggi a produrre per lo più, anche se non esclusivamente, un tipo di Lager della tedesca. In Giappone la birra ormai parte integrante della cultura locale, nonché bevanda alcolica più consumata nel paese, ha una storia di poco più lunga. La prima birra bevuta il Giappone in epoca moderna arrivò nella baia di Tokio nel 1853, nel bar a bordo della USS Mississippi, nave ammiraglia del commodoro Perry. La birra prodotta oggi in Giappone resta fortemente influenzata dalla tradizione industriale americana, che si ispirava a sua volta, in sostanza, a quella tedesca. Nel ventunesimo secolo la popolosissima India -da cui prende il nome un particolare tipo di Pale Ale che viene consumata più che altrove- è stata giustamente descritte con un peso piuma nel mercato della birra. Anche se di recente – pare- si stia registrato un forte incremento. E nel vicino Oriente, se i Sumeri avevano liberamente sperimentato le possibilità legate alla fermentazione dei cereali, la produzione e il consumo della birra sono rigorosamente inibiti da più di 1000, anni per via della condanna coranica contro il vino, inteso come sinonimo di tutte le bevande alcoliche.
(Fonte , storia naturale della Birra, di Rob DeSAlle e Ian Tattersal ,codice Edizioni)