C’è stato un tempo meno impegnativo, almeno per me. Quando mi fermavo per bere una birra. Quando qualcuno diceva beviamoci una birra, ecco allora mi pareva di attraversare la soglia della confidenza, entrare in un mondo più leggero. Poi la schiuma della birra, per associazione, mi faceva venire in mente dei piacevoli ricordi marini, la spiaggia, le onde anche loro con la schiuma: la birra come le onde marine metteva allegria.
Un tempo meno impegnativo. Voglio dire per bere la birra non c’era bisogno di possedere una speciale conoscenza della bevanda. Nemmeno dovevi ascoltare qualcuno che ne decantava le qualità, come accadeva e accade per il vino: la descrizione del vitigno (sempre millenario, sempre riconducibile ai romani), l’azienda, i sapori, il colore, i tannini, il bisolfito: per carità, sacrosanta cultura, però l’eccesso mette ansia. A volte ti senti inadeguato. Poi c’è quel rapporto di sudditanza, tra chi ne capisce di vino e chi non ne capisce.
Niente di tutto questo con la birra: era un tempo semplice, una pausa dove tirare il fiato, ma anche per fare pace: beviamoci una birra, il tono con cui lo dicevi, bastava a mettere su il tavolo delle trattative.
Ci sono anche i sentimenti in mezzo. Ricordo il primo sorso di birra e non il primo bicchiere di vino. Forse perché avevo 8 anni, nel 1974, ero a Rimini in vacanza, e un amico di famiglia, molto simpatico, un commerciante che viaggiava molto, sempre sorridente approfittando dell’assenza di mio padre e mia madre mi disse: vieni che mo ti faccio assaggiare una cosa, ormai sei grande: questa è una birra speciale, la Löwenbräu.
Mai più dimenticata, ne bevvi solo un sorso e mi sentii non solo grande ma pure felice.
Il primo bicchiere di vino non me lo ricordo. Mi ricordo il primo calice, dopo lo scandalo del metanolo, quando la nostra scuola enologia dette il meglio di sé, ricostruì una cultura del bere e mise l’accento sulla sicurezza alimentare. Mi ricordo il calice di vino perché un sommelier ne decantò le qualità. Mi venne l’ansia.
Questo tempo è finito anche per la birra. Ora bere birra è impegnativo, migliaia di prodotti artigianali e anche qui, esperti che ti invitano a sentire le differenze.
Vabbè, ma in fondo è solo questione di tempo che passa e dei ricordi che vengono in mente, tutti legati all’infanzia. L’amico di famiglia, quello che mi fece assaggiare la birra è morto per un tumore. Un giorno – mi hanno raccontato- molto abbattuto e prostrato si è fatto portare una birra. Era in ospedale, non si poteva ma un infermiere ha detto: aspettate un momento, ci penso io. Si sono bevuti una birra ghiacciata, dice che l’amico di famiglia, al primo sorso ha fatto un sorriso, ma un sorriso così bello che sembrava un sorriso che rappresentava tutti i sorrisi del mondo, un sorriso universale, proprio come la birra: è o non è una bevanda (quasi) universale?
Parliamo di birra, dai.