Parliamo molto di natura e conosciamo poco la natura. È il paradosso di Heidi, immaginiamo monti sorridenti e paesaggi con malghe fatate, realizziamo brochure che illustrano simili incanti e nello stesso tempo non vediamo l’ora di raggiungere quei luoghi con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, spesso inquinando quei luoghi. Se la brochure illustrasse i monti sorridenti pieni di turisti giunti fin lì, attratti proprio da quella illusione di purezza, forse faremmo un passo avanti.
Stessa cosa capita per l’agricoltura. Anche qui, immaginiamo, chiediamo, ci affidiamo a un paesaggio naturale, ritenendo la natura portatrice di chissà quali grazie e purezze, quando di naturale nell’agricoltura non c’è nulla, difatti l’agricoltura per definizione è tutto ciò che è coltivato.
Ovvio, l’immaginario non è reale, ovvio che c’è differenza tra aspettativa e realtà, ma invece di continuare con questa storia delle cose naturali, qualunque cosa voglia dire, se perlomeno di tanto in tanto introducessimo nel discorso sulla natura lo strumento della disillusione, perlomeno avremmo un metro per misurare la distanza che passa tra i nostri sogni e la realtà e potremmo lavorare, con maggior consapevolezza, per migliorare le coltivazioni agricole o il nostro rapporto con l’ambiente.
Probabilmente siano troppo arroganti, individui tronfi che gridano alle cose naturali e nello stesso tempo vivono la natura senza conoscerla. Siamo così convinti della nostra intelligenza che ne abusiamo, soprattutto quando ci riteniamo responsabili di tutto, esaltandoci o colpevolizzandoci, ci riteniamo il problema e la soluzione, e in questo gioco, ci concentriamo su di noi e lasciamo in ombra la moltitudine di esseri viventi, insetti, animali, vegetali, funghi, batteri che con proprie dinamiche, con incredibili intrecci, con intelligenze specifiche fondano il sistema natura.
In questo numero parleremo dell’intelligenza delle varie forme di vite, quelle che di solito non compaiono nella brochure e nemmeno fanno capolino nelle conversazioni da aperitivo, quando intratteniamo il prossimo sulle cose naturali comprate nel negozio biologico.
Perché il mondo naturale è pieno di animali che vedono, sentono, odorano in modi molto diversi dai nostri, oltre a vivere in condizioni per noi proibitive. Una moltitudine di organismi, alcuni piccoli e unicellulari che prosperano in modi che non si adattano facilmente alla nostra scala di realtà.
Diciamo la verità, su molti aspetti gli umani sono mammiferi mediocri con una strana peluria, una schiena difettosa frutto di un compresso e molte altre insalubrità.
Non ci resta che il cervello, anche se spesso lo usiamo male, guardandoci allo specchio in modo trionfalistico o sprezzante, quando potremmo scegliere una diversa angolazione, meno centrale, più disillusa, ma utilissima per capire chi siamo.