Il mondo va migliorato. Su questo siamo tutti d’accordo. Anche perché migliorare le cose già fatte, integrare, aggiungere nuovi pezzi è una delle attività umane ancestrali.
Tuttavia, come ci siamo detti più volte, specialmente in agricoltura non cerchiamo di migliorare ma di conservare. Più conserviamo, più siamo contenti e convinti che sia meglio così: il miglioramento in agricoltura significa status quo (almeno fosse ispirato alla bella hard-boogie rock band britannica).
Dallo status quo, lo sappiamo, è difficile uscire, finisci in un ginepraio di contraddizioni. Vediamo un esempio cogente. Nel 2020 è stato avviato il Green Deal, contenente serie di iniziative politiche proposte dalla Commissione europea per raggiungere in Europa la neutralità carbonica (emissioni zero) entro il 2050.
Tralasciando i dettagli, ma solo per ragioni di spazio, sulla neutralità carbonica (l’agricoltura non è una macchina che emette Co2, l’agricoltura assorbe anche la Co2, quindi i conti andrebbero impostati in modo diverso) diciamo che il piano, all’insegna del migliorare si può, anzi si deve, coinvolge tutti i settori produttivi, da quelli dell’industria all’energia passando per la mobilità, e riguarda naturalmente anche il settore agricolo.
Il progetto più importante all’interno del Green Deal per il settore agricolo è il cosiddetto “Farm to Fork”, letteralmente “dalla fattoria alla forchetta” in inglese. Un piano estremamente ambizioso che prevede, infatti, una forte riduzione dei fertilizzanti e degli agrofarmaci, la conversione di un quarto dei terreni alle colture biologiche e la piantumazione di almeno tre miliardi di alberi.
Gli alberi sono fondamentali, e sempre benvenuti, certo bisogna vedere quali piantare, dove piantarli, come potarli (sì perché in una città come Roma non si pota, si capitozza), nutrirli ecc.- non vorremo che si lasciassero un paio di drupacee in vaso che poi muoiono dopo sei mesi, come è avvenuto a Milano.
Ma a parte gli alberi, il problema è come abbassare la quota (già calata di tanto in questi decenni) di agrofarmaci senza prima aver trovato un’alternativa valida, efficace ed economicamente sostenibile, per il contenimento dei patogeni.
Sappiamo infatti che i patogeni parlano di cibo più di noi, sono luculliani e quando vedono un bel campo che è biologico, è rispettoso dei principi Farm to Fork, lo attaccano lo stesso. E sapete, per quanto romantico possano sembrare i frutti butterati, poi in realtà non sono un granché, e sono pure soggetti a deperimento. Alla fine, parliamo tanto di spreco, perché nel regime di abbondanza compriamo più del necessario, ma si spreca anche se non si porta il cibo in tavola.
Quindi? Quali strumenti abbiamo per contenere i patogeni? Elenchiamoli: agricoltura di precisione, lotta biologica ed integrata, uso dell’intelligenza artificiale, nuovi agrofarmaci a base RNA. Tutti buoni, solo che la loro efficacia dipende da molte variabili: ad esempio, magari uno di questi strumenti funziona in un microambiente e non in un altro.
Quindi finisce che sì, questi strumenti vengono catalogati ma sul loro impiego ed efficacia c’è ancora tanto da fare. Del resto, metti il costo – perché costa far volare per un’ora il drone – metti che l’orografia italiana cambia, figuriamoci se consideriamo le differenze tra Germania, Spagna e Francia. Capite che la situazione è complessa.
Quindi che fa l’agricoltore? Niente, si vede in questo caso assegnato un compito ma si accorge che gli strumenti per risolvere il problema non sono ancora del tutto disponibili.
Ah, c’è infine un altro strumento che non viene citato. Eppure, al momento, ha dato risultati molto buoni e su larga scala, ha contenuto patogeni e abbassato i costi per l’agricoltore e migliorato l’ambiente. Questo strumento rientra nella voce biotecnologie e in gergo è etichettato con un nome che nessuno vuole più pronunciare, se non in senso dispregiativo, e maledetto: OGM. Provate a citarli durante un’amabile conversazione e vi accorgerete di non essere più ospiti desiderati.
Noi qui, in questo numero, ci prendiamo il rischio e ne parliamo ancora.