La Dorifora è stato il primo insetto che ho visto, voglio dire, il primo insetto dannoso per le colture agrarie. Era a metà degli anni ’80, a Portici, durante un’esercitazione di entomologia. L’assistente che ci accompagnava, prima ce la indicò (pasteggiava su una foglia di patata) e poi ci disse con una certa soddisfazione: ecco, ora non ve la dimenticate più!
In effetti, mai più dimenticata, la Dorifora, uno dei pochi insetti che sarei capace di riconoscere da lontano e al primo colpo, e poi, certo, le sue caratteristiche dieci bande nere sulle sue elitre aiutano (è un coleottero, il nome è Leptinotarsa decemlineata). Nemmeno ho dimenticato com’era ridotta la foglia, mangiucchiata in più punti e velocemente, insaziabilmente.
Questo ricordo romantico serve, tuttavia, a introdurre uno degli insetti più famelici e pericolosi, un vero killer, un defogliatore indefesso, (meno foglie meno attività fotosintetica, meno produzione di tuberi) tanto che, appunto, gli agricoltori che subiscono gli attacchi di questo killer lo vogliono evitare o eliminare a tutti i costi: non la sopportano.
La Dorifora viene da lontano, è originaria delle Montagne Rocciose (la catena montuosa che si estende per quasi 4800 chilometri partendo dalla British Columbia e dall’Alberta in Canada), ma ora è ubiquitaria. Nel giro di 200 anni, ha seguito la diffusione della patata quindi la ritroviamo dappertutto, e giusto per fare due conti, solo in America, nell’emisfero settentrionale, ogni anno causa più di mezzo miliardo di dollari di perdite di raccolto (attacca unicamente le solanacee: l’ospite principale è la patata ma causa danni anche su melanzana e qualche volta il pomodoro).
La sua fama di killer si deve sia alla famelicità (ha un ciclo di 60 giorni e un adulto può deporre fino a 2000 uova) sia alla sua capacità di sviluppare resistenze agli agrofarmaci, tra l’altro, il parassita, proprio per la sua virulenza è stato uno dei primi motori della ricerca sui pesticidi chimici a partire dagli anni ’30. Da allora, ha sviluppato l’immunità a un composto dopo l’altro, e ora è resistente a oltre 50 molecole attive.
Già durante la seconda guerra mondiale e negli anni successivi, le infestazioni di Dorifora in Europa stavano aumentando, cominciando dalla Francia e successivamente nei paesi limitrofi, e poi durante il periodo della guerra fredda la Leptinotarsa decemlineata è arrivata anche nell’allora Germania-Est, e il governo cominciò a sostenere che gli americani avevano paracadutato la Dorifora per distruggere i raccolti ed affamare le persone (furono diffusi manifesti, volantini e storie sui giornali che raffiguravano i coleotteri come minuscoli soldati americani).
Si mobilitò tutto il paese tanto che divenne pratica comune raccogliere a mano gli insetti. Lo facevano sia i bambini sia gli studenti che tra un esame e un altro in gruppo, in paranza, avanzavano nei campi per raccogliere il coleottero.
Ovviamente, come è accaduto con tanti altri parassiti e come accadrà in futuro con sempre maggior frequenza, la diffusione della Dorifora è stata favorita dagli scambi commerciali, dalle importazioni di patate e soprattutto dalla mancanza di prodotti chimici di sintesi.
Come dicevamo, questo insetto mostra una capacità di resistenza che se non fosse per gli ingenti danni che crea potremmo definire ammirevole. Giova ricordare quello che dicevano gli agricoltori del Maine, specialisti delle patate, quando, nel 2001, notarono che i neonicotinoidi non controllavano più il coleottero: “masticavano le piante trattate come se niente fosse”.
Ecco, a proposto, ci sono degli accorgimenti da adottare per combattere la Dorifora: rotazioni colturali o la pratica di anticipare o posticipare la data di semina per ridurre le popolazioni e ritardare l’infestazione, oppure la lotta biologica, visto che La Dorifora ha predatori e parassitoidi naturali, ma dato per scontato tutte queste indispensabili pratiche, a che punto siamo con i nuovi antiparassitari?
Udite udite: ce n’è uno a base di RNA, più precisamente basato su un meccanismo chiamato interferenza dell’RNA (RNAi), uno spray che prende di mira un gene vitale nella dorifora della patata: oggi parliamo di questa innovazione.