È dal 1979 che ascoltiamo L’anno che verrà, brano iconico di Lucio Dalla (scritto nel 1978). Era dedicato a Giuseppe Rossetti, pittore di Bologna, nonché amico di Dalla, finito in carcere ingiustamente per quelle che all’epoca erano le tradizionali retate contro gli estremisti di sinistra.
Il 1978 fu un anno difficile, la notte della Repubblica. Rapimento e uccisione di Aldo Moro da parte delle Br, inflazione molto alta, con una punta del 12.11% tra giugno e luglio (nel 1980 avremmo toccato quota record, con il 22%). Ma fu anche l’anno in cui cominciarono a sparire i famosi miniassegni, messi in circolazione subito dopo la crisi petrolifera del 1973 perché scarseggiavano le monete metalliche (sostituite anche con caramelle, francobolli, gettoni telefonici).
E insomma, Lucio Dalla, scrivendo questa lettera all’amico in prigione, pensò di proporre delle iperboli ottimiste. Eccone alcune: sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età.
Il Natale è sempre uno, ma alcune trasformazioni, nonostante le iperboli del testo, si sono quasi concretizzate, come per esempio, si farà l’amore ognuno come gli va (un lascito delle grandi battaglie femministe degli anni ’70) e chissà, magari davvero siamo vicini anche al matrimonio dei preti.
Visto che cominciamo l’anno nuovo, e considerate le notizie di guerre e distruzioni e terremoti, proviamo a smentire l’adagio: il buon giorno si vede dal mattino?
Se ci focalizziamo su alcuni parametri possiamo certamente dire che nel 2023 sono successe anche cose belle e i miglioramenti (a cui magari non facciamo caso: secondo il rapporto del Reuters Institute una persona su tre tende a evitare alcuni argomenti per paura di essere bombardata da cattive notizie) potrebbero davvero portare a quella trasformazione che tutti stiamo già aspettando.
Allora, questi parametri migliorativi? Primo di tutto il numero di persone che vive in povertà assoluta si è ridotto a circa 600 milioni, qualche anno fa era 700 milioni (più benessere meno figli).
L’accesso all’acqua potabile è aumentato: il 22 marzo del 2023, giornata mondiale dell’acqua, Wordbark segnala che la percentuale della popolazione mondiale con accesso all’acqua potabile gestita in modo sicuro è cresciuta: dal 62% nel 2000 al 74% nel 2020.
Attualmente circa 420 milioni di persone, ovvero il 5% della popolazione mondiale, continuano a dover fare i propri bisogni nei campi, nelle foreste, nei corsi d’acqua o in altri spazi aperti. La mancanza di servizi igienici è più concentrata nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Il parametro (qui in miglioramento) è di grandissima importanza, più igiene meno malattie infettive come colera, la diarrea e la dissenteria.
Meno mortalità infantile, più alta l’aspettativa di vita. Nel 2023 si è raggiunta la cifra (record) di 73 anni di vita media sull’intero pianeta (in Italia siamo a 83 anni). L’Egitto ha debellato l’epatite C, il Bangladesh la febbre nera. Aggiungiamo che si vaccinano più persone, si suicidano meno persone (700 mila) e muoiono meno persone di Hiv (660 mila).
Anche l’istruzione sta aumentando. In alcuni paesi a scuola ci possono andare più bambine (più 50 milioni dall’2015).
Aggiungiamo all’elenco delle ottime notizie che nel 2023 due paesi hanno tolto di mezzo la pena di morte, (il Ghana e la Malasia) e a proposito di “ognuno farà l’amore come gli va”, sempre nel 2023 due paesi hanno depenalizzato l‘omosessualità (Mauritius e Isole di Cook).
Certo, a nuovi benefici corrisponderanno nuovi problemi, per esempio ancora non sappiamo se stiamo aggiungendo vita agli anni o semplici e malandati anni alla vita. Non sappiamo se riusciremo a trovare energia pulita per vivere meglio tutti. Ma la perfezione non esiste ed è una pratica che rimanda a un’idea malsana di purezza, meglio continuare a essere vigili, cercare, testare, mettere in campo strumenti innovativi e fare i conti dopo una buona sperimentazione.
Con l’augurio che il metodo scientifico di analisi della realtà vada avanti, in questo numero ci facciamo gli auguri ricordando la forza esplosiva di alcune vecchie e nuove innovazioni.