Luca Travaglini, uno dei fondatori di Planet Farms, spiega che l’agricoltura verticale è un sistema di coltivazione indoor che permette di controllare molti fattori. È un’agricoltura molto naturale anche se a prima vista potrebbe sembrare un’agricoltura da laboratorio.
È molto naturale – dice-: c’è terra, luce e aria, ma a differenza del motto che gli agricoltori in modo fatalistico hanno usato per millenni e cioè, siamo sotto il cielo, qui, indoor, possiamo controllare il cielo e sfruttarlo al meglio.
Nella sostanza, si tratta di sostituire la chimica (che fino ad oggi è lo strumento per controllare la volubilità del cielo) con la tecnologia, e dunque offrire un prodotto raffinato dalle asperità e dai calli della natura: buono (perché è veramente buono) sostenibile (perché lo è veramente, anche l’acqua in eccesso viene riutilizzata) e senza residui.
Verticale in questo caso significa utilizzare la cubatura e non il suolo, quindi minore impatto possibile e maggior produzione. Per esempio, se paragoniamo 1 mq in campo e 1 mq con la tecnologia indoor, si riesce ad essere, rispetto a quella misura, fino a 300 volte più produttivi, perché a) lo spazio si moltiplica [ci sono banconi di coltivazioni uno sopra all’altro, come scaffali di una libreria] b) si produce tutto l’anno.
Giusto per parlare di una pianta meravigliosamente e aromaticamente comune, il basilico, specialità della Planet Farms: in campo si riescono a ottenere 3 o 4 raccolti all’anno (il basilico ha una sua stagione, va da aprile a ottobre massimo) invece a Planet Farms si riescono a fare tra i 18 e i 21 raccolti.