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Home L'intervista

Carta d’identità del mais.

da Redazione
14/06/2022
in L'intervista
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Intervista a Alberto Cusinato, Product placement scientist, e Giovanni Della Porta, Corn Breeder EMEA, entrambi dedicati al mais in Syngenta.

Breve carta d’identità del mais?

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Il mais, o granoturco, è uno dei più importanti cereali al mondo sia per l’alimentazione umana sia per la zootecnia. La nostra Pianura Padana, dove si concentra la gran parte del mais coltivato in Italia, è una delle aree più fertili al mondo, nella quale il mais esprime al meglio il suo potenziale; fertilità dei terreni, la sua origine e l’abbondante disponibilità di acqua irrigua sono alcuni dei fattori principali che lo rendono un ambiente fortemente vocato alla produzione maidicola. Inoltre, in Italia si realizza anche la ricerca per lo sviluppo di varietà sempre più adatte non solo alle condizioni locali ma anche a quelle dell’intero Sud Europa.

Il mais è una coltura dispendiosa?

Il mais è una coltura ad alta efficienza: nell’ambito delle coltivazioni cerealicole, essa infatti rappresenta la coltura che garantisce la massima resa energetica per ettaro. La potenzialità produttiva di ibridi moderni in ambienti vocati può spingersi fino a rese pari o superiori a 70 t/ha tal quali nella produzione di trinciato e di 15t/ha di granella. Il raggiungimento delle rese sopra descritte è possibile solamente con la positiva interazione di genetica – condizioni pedoclimatiche e apporti nutrizionali ed idrici. Il fabbisogno azotato del mais, quale elemento indispensabile per elevate produzioni, si traduce in apporti di 250 – 300 unità di azoto/ha tramite concimazione minerali e sostanza organica. Per quanti concerne i consumi idrici il mais utilizza per produrre un kg di sostanza secca circa 270 litri di acqua. Il consumo totale di una coltura ben sviluppata varia quindi dai 5000 ai 6000 m3 di acqua per ettari soddisfatti attraverso interventi irrigui e pioggia utile. La significativa risposta quantitativa a qualitativa a tali input garantisce un reddito sostenibile all’attività dell’imprenditore agricolo.

Dove va la ricerca nel mais?L’attività di ricerca nel miglioramento genetico del mais è da sempre un processo dinamico e in continua evoluzione finalizzata allo sviluppo di genotipi sempre più performanti. Il mais rappresenta una delle specie coltivate in cui i metodi e le tecnologie più avanzate sono state messe al servizio del miglioramento della coltura per renderla sempre più efficiente e sostenibile. Questi risultati si ottengono attraverso attività di breeding focalizzate alle selezioni di genetiche sempre più tolleranti ai fattori di stress biotici ed abiotici. Fondamentale per una piena lettura dell’adattabilità ambientale degli ibridi e loro corretto posizionamento è sempre stata e rimane l’implementazione di una rete sperimentale di testing ripetuto negli anni. Tutto questo è affiancato dall’utilizzo di tutta una serie di tecnologie avanzatissime (uso di big data, genomic predictions, studio avanzato dei fattori climatici e ambientali e della loro interazione con la genetica, intelligenza artificiale, analisi di immagini e utilizzo di droni, testing in condizioni controllate – stress idrico, malattie specifiche, new breeding technologies etc…). In questo modo, è possibile selezionare moltissimi dati che permettono di scegliere con più precisione e più velocemente i mais migliori che possano assicurare il successo degli agricoltori italiani e la sicurezza alimentare, in modo sostenibile e in maniera consistente anche nel caso di un clima in evoluzione.

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