• Torna al Foglio.it
martedì 21 Marzo 2023
  • Login
Agrifoglio
  • Editoriali
  • I Numeri
  • Innovazione
  • Lezioni Private
  • La madeleine
  • AgriCULTura
  • Non tutti sanno che
  • Storia virtuosa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Editoriali
  • I Numeri
  • Innovazione
  • Lezioni Private
  • La madeleine
  • AgriCULTura
  • Non tutti sanno che
  • Storia virtuosa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Agrifoglio
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Lezioni Private

Rimedi (finanziari) contro le turbolenza del cielo

da Antonio Pascale
13/07/2022
in Lezioni Private
Condivisi su FacebookCondividi su Twitter

Due chiacchiere col professore Fabian Capitanio che insegna economia ed estimo rurale alla Federico II (Agraria, Portici), sulla gestione del rischio, pratica importante per garantire sussidi agli agricoltori in caso di calamità e per trovare rimedi al vecchio motto dei contadini del sud: stiamo sotto il cielo.

Cominciamo dal principio, quali strumenti abbiamo per proteggere culture agrarie dalle calamità?

Articoli suggeriti

Il mosaico delle migrazioni: che fare?

Che magnifica storia ha il pane, cioè la nostra vita

Le turbolenze del mercato alimentare spiegate bene.

Intanto una premessa; per la prima volta si ha la sensazione che una nuova era sia iniziata per la gestione del rischio in agricoltura dal punto di vista della percezione degli agricoltori e dei consumatori circa la precarietà dell’approvvigionamento alimentare in Italia; si ha finalmente contezza che non è scontato avere cibo in tavola. 

Tornando alla domanda?

Tornando alla domanda, la natura dei rischi per le imprese agricole negli ultimi decenni si è arricchita notevolmente, vedendo accentuata la potenziale pericolosità di ognuna delle diverse tipologie di rischio: di produzione, di mercato, finanziario, istituzionale. Il punto centrale, spesso sottovalutato è che stanno emergendo nuove esigenze da parte delle imprese, che sicuramente richiederanno un processo di riforma radicale dell’offerta degli strumenti di trasferimento del rischio (assicurativi, finanziari e mutualistici) e più in generale dell’intervento pubblico ex ante ed ex post. 

Facciamo un po’ di storia?

In Italia, come in molti paesi sviluppati, dal 1970 esiste una struttura articolata di intervento pubblico a garanzia del danno di produzione degli operatori del settore primario. Un ruolo prioritario è stato relegato ai sussidi per i premi delle polizze assicurative e agli interventi ex post a compensazione dei danni in caso di calamità. Ecco, questa impostazione ha generato una percezione terribilmente infondata che la gestione del rischio fosse identificata nell’immaginario con la stipula di una polizza assicurativa. Cosa evidentemente priva di fondamento teorico. In questa ottica può essere opportuno introdurre uno schema di classificazione tridimensionale che distingue gli eventi che generano rischio secondo i gradi o livelli di: frequenza, intensità del danno e correlazione.

Spiega…

A seconda della combinazione delle tre caratteristiche, un evento dannoso può essere localizzato in uno spazio tridimensionale (una “scatola dei rischi”) i cui vertici corrispondono alle forme più estreme. Anche se magari nessun evento reale corrisponde perfettamente a una di tali forme estreme, la classificazione serve a sottolineare l’evidente necessità di un ricorso congiunto a più strumenti e a più politiche per poter garantire la resilienza economica delle aziende agricole in uno scenario così complesso dal punto di vista dei mercati e della variabilità e intensità degli eventi meteorologici.

Ok, a questo proposito cosa hai notato nell’attuale sistema?

Il punto centrale che emerge dall’analisi delle politiche per la gestione del rischio di reddito in agricoltura in Italia è di un sostanziale fallimento dell’intervento pubblico.

Perché fallimento? 

Fallimento perché si è persa di vista l’assoluta complessità dell’interazione tra i diversi rischi che accompagnano l’attività agricola, sperimentando un intervento pubblico quasi univocamente teso al sostegno delle assicurazioni agricole, dimenticando il ruolo possibile di altri strumenti e strategie aziendali. Anche in presenza di un processo di riforma della Politica Agricola Comune (Pac) che con il Reg. 1305/2013 introduceva agli artt.35-38 la possibilità di sostenere fondi di mutualità e IST, l’Italia, peggio ancora hanno fatto gli altri paesi comunitari, hanno continuato a prediligere ciò che hanno sempre fatto: sussidiare polizze assicurative tradizionali. 

L’approccio conservativo non ha portato buoni risultati?

Se da un lato la timidezza e l’approccio conservativo possono giustificarsi con motivazioni pragmatiche (efficienza di spesa, e conservazione della protezione di un sistema cristallizzato con evidenti rischi di “rent seeking”), dall’altro lato, la stessa timidezza ha creato le condizioni per una urgenza di aprire gli orizzonti verso un sistema completamente diverso.  

Ok, mi fai una sintesi di quello che secondo te è il risultato?

 Il risultato dell’intervento pubblico nel settore delle assicurazioni agricole in Italia può essere sintetizzato in pochi punti, alcuni davvero inspiegabili dal punto di vista della efficienza economica: scarsa partecipazione delle aziende agricole (mai superiore al 20% di PLV assicurata negli ultimi 15 anni); enorme divario tra aree diverse del paese (80% della PLV assicurata si concentra in poche province nel nord del paese); creazione di un portafoglio anti selettivo con crescenti costi di riassicurazione del portafoglio assicurativo (si assicurano soltanto le aziende che si riconoscono “rischiose” rispetto ai parametri del contratto assicurativo); il 51% del budget della Misura Nazionale scelta dall’Italia per la Programmazione 2014-2020 è garantito da sei regioni del sud-isole; circa il 30% dei fondi della Misura Nazionale è assorbito da Trento e Bolzano che rappresentano in valore meno del 3% della Plv vegetale nazionale.

Cosa in pratica comporta tutto questo scenario?

Tale scenario è estremamente critico in relazione a due elementi sostanziali:

1. le proiezioni sui cambiamenti climatici in atto indicano il meridione d’Italia quale una delle zone a maggior rischio erosione e di resa;

2. La degenerazione della concentrazione anomala del mercato delle assicurazioni agricole in Italia, incide in maniera negativa sulla dinamica del prezzo delle polizze che ha visto crescere del 44% il prezzo dei premi delle polizze negli ultimi anni proprio in ragione della forte concentrazione dei certificati che restringe la possibilità per le compagnie di diversificare il rischio tra gli assicurati.

Tale tendenza mette fortemente a rischio la possibilità di continuare a garantire un sussidio al premio delle polizze del 65% anche alla platea di agricoltori che si è storicamente assicurata; a parità di budget, è facile prevedere il collasso del sistema assicurativo in agricoltura.

Come sai ci sono delle novità riguarda alla gestione del rischio, in conclusione, ritine queste novità proficue? Hai soluzioni da portare sul tavolo?

Rispetto alla programmazione 2014-2020, a partire dal 2023 ci sarà una novità importante rappresentata dal Fondo di Mutualità Nazionale (MeteoCat), istituito dall’art. 1 della Legge di Bilancio 234/2021 commi 515-519, in attuazione del Reg.Ue 2115/2021 (artt. 19 e 76), che sarà finanziato in parte con un prelievo pari al 3% dalla quota nazionale destinata ai pagamenti diretti e cofinanziata da risorse provenienti dal Feasr. La capienza annua si aggirerà intorno a 350 Milioni di Euro.

Cosa si può fare con MeteoCAT?

MeteoCAT, fortemente voluto dall’Italia nel dibattito per la nuova Pac, è uno strumento che interviene sui rischi di natura catastrofali (gelo e brina, siccità e alluvione), ed è esteso a tutte le aziende agricole italiane percettrici di pagamenti diretti. Nelle intenzioni auspicate, il Fondo interverrebbe come copertura obbligatoria di primo livello, con l’obiettivo di coprire almeno il 50% dei danni medi nazionali da evento catastrofale, incentivando gli agricoltori italiani ad aderire al secondo livello caratterizzato dal sistema agevolato delle polizze assicurative agricole, dei fondi di mutualità e dei fondi per la stabilizzazione del reddito (IST).

Ok, vedi dei rischi?

Anche in questo caso, il rischio di adottare una tipologia di intervento pubblico che richiami l’intervento ex post da decenni perseguito in Italia, andrebbe a rappresentare l’ennesimo fallimento oltre che ennesimo sperpero di denaro pubblico. Negli ultimi venti anni l’Italia ha sperimentato danni accertati pari a 1,2 Miliardi di Euro di media annua; il Fondo di Solidarietà Nazionale (FSN) ha di fatto liquidato in media un ammontare di risorse pari al 4,8% di questi danni. Praticamente nulla. E’ del tutto evidente che un utilizzo di tali risorse basato esclusivamente sul principio indennitario, come salvadanaio, non avrà alcuna valenza economica. Basti pensare che a giugno 2022 le aziende agricole italiane hanno subito danni già superiori a 4 miliardi di Euro. 

Ma ci sono altre tipologie di fondi?

Altro aspetto delicato, il ruolo marginale cui sono stati relegati Fondi di Mutualità e Income Stabilization Tool, anche nelle previsioni per il post 2023. L’accresciuta volatilità dei prezzi delle commodity agricole ed energetiche sui mercati internazionali, con il picco dei prezzi raggiunto nel I trimestre del 2022, ha aperto un forte dibattito sulle ricadute per la resilienza economica delle aziende del settore agricolo, zootecniche in primis, ovvero, sulle possibilità per un intervento pubblico capace di mitigare gli stessi effetti indesiderati. Perseverare nella proposizione di un sistema di intervento teso ad identificare la gestione del rischio con la sottoscrizione di una polizza assicurativa potrà essere giustificato soltanto con il richiamo precedente sulla incapacità del decisore pubblico di accompagnare il cambiamento. Soluzioni da portare sul tavolo immediatamente ci sono; bisogna però avere coraggio e competenza.

Va bene, andiamo sul tecnico, che ipotesi di lavoro suggerisci?

In primis, è necessario ipotizzare una cartolarizzazione dei rischi estremi legati all’alea degli eventi climatici in modo da permettere una leva finanziaria delle risorse finanziarie pubbliche investite nel settore agricolo, soprattutto per gli interventi ex post a compensazione dei danni. Senza questo meccanismo di leva, per eventi evidentemente misurabili con indici di intensità, sarà sempre più complicato fronteggiare i costi crescenti associati alla maggiore frequenza ed intensità delle catastrofi naturali. 

Poi?

Altro aspetto troppo sottovalutato, ma fondamentale, è rivestito dall’accesso al credito per le imprese agricole. Capitalizzazione e redditività rappresenteranno gli elementi fondamentali per accedere al credito, e a contenerne il costo; credito che sarà necessario per investire, soprattutto in innovazione.

Quindi in ultima analisi vanno sostenuti i Fondi mutualistici…

Sostenere Fondi Mutualistici e Ist significa migliorare l’interlocuzione banca impresa in agricoltura, nonostante la quasi totale assenza di bilanci certificati per le aziende agricole (per la specifica disciplina fiscale del settore, non perché evasori). Viviamo un tempo in cui il coraggio è fondamentale per eludere la protezione miope dello status quo. Di realismo, oggi, si muore; ed a morire non saranno soltanto gli agricoltori.

Precedente

Torniamo alle elementari?

Prossimo

Alcuni dati del bel progetto ProSmallAgriMed

Hai letto anche questi?

Il mosaico delle migrazioni: che fare?
Lezioni Private

Il mosaico delle migrazioni: che fare?

13/03/2023
Che magnifica storia ha il pane, cioè la nostra vita
Lezioni Private

Che magnifica storia ha il pane, cioè la nostra vita

20/01/2023
Le turbolenze del mercato alimentare spiegate bene.
Lezioni Private

Le turbolenze del mercato alimentare spiegate bene.

16/01/2023
Prossimo
Alcuni dati del bel progetto ProSmallAgriMed

Alcuni dati del bel progetto ProSmallAgriMed

Newsletter

Iscriviti alla Newsletter di Agrifoglio: due volte al mese Antonio Pascale racconta i nuovi terreni dell'innovazione italiana attraverso i volti, le storie e le frontiere dell'agricoltura.

Gli amanti della notte, di Mieko Kawakami
AgriCULTura

Gli amanti della notte, di Mieko Kawakami

da Valeria Cecilia
Marzo 20, 2023
0

Mieko Kawakami (Osaka, 1976) si è imposta da diversi anni come una delle voci più interessanti della letteratura giapponese contemporanea....

Leggi tutto
Che si dice a Castel Volturno? Indagine sul mare e sulla costa.
L'intervista

Che si dice a Castel Volturno? Indagine sul mare e sulla costa.

da Antonio Pascale
Marzo 20, 2023
0

Il magistrato Giacomo Urbano lavora in alcune zone del Casertano considerate, e a ragione, molto difficili, come il litorale Domizio....

Leggi tutto
L’olio del legionario romano
Forse non tutti sanno che

L’olio del legionario romano

da Valeria Cecilia
Marzo 16, 2023
0

L’olio insieme al vino e al grano faceva parte del rancio del miles romanus. L’olio era il condimento della polenta...

Leggi tutto
Angela Debora Benincasa, attrice e autrice
Alla ricerca della madeleine perduta

Angela Debora Benincasa, attrice e autrice

da Redazione
Marzo 15, 2023
0

La bisnonna Angela era una calabrese con gli occhi chiari e il corpo affilato, elegante e composta nei vestiti a...

Leggi tutto
Agrifoglio

© 2021 Agrifoglio.ilfoglio.it è stato realizzato da FattorieDigitali.com

Informazioni

  • Redazione
  • Contatti
  • Privacy Policy
  • Termini di utilizzo

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Editoriali
  • I Numeri
  • Innovazione
  • Lezioni Private
  • La madeleine
  • AgriCULTura
  • Non tutti sanno che
  • Storia virtuosa

© 2021 Agrifoglio.ilfoglio.it è stato realizzato da FattorieDigitali.com

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Questo sito web usa alcuni cookie per rendere la tua esperienza di navigazione migliore. Privacy and Cookie Policy.