La superfice terrestre è così suddivisa: 71% sono oceani, il restate 29% è terra.
Di questo 29% di terra, il 10% è coperto da ghiacciai, mentre un ulteriore 19% è considerato terra arida: cioè, deserti, saline secche, spiagge, dune di sabbia e rocce esposte.
Il 71% è definito come terreno abitabile.
Di questo 71% di terreno abitabile, il 50% è utilizzato per l’agricoltura, il 37% è occupato da foreste; 11% da arbusti e praterie e 1% come copertura di acqua dolce; e il restante 1% – una quota molto minore di quanto molti sospettano – è un’area urbana edificata che include città, paesi, villaggi, strade e altre infrastrutture umane.
La terra utilizzata per l’alimentazione animale e il bestiame rappresenta il 77% del terreno agricolo globale.
Tuttavia, nonostante questa categoria (bestiame e alimentazione per bestiame) occupi la maggior parte dei terreni agricoli del mondo, produce solo il 18% delle calorie mondiali e il 37% delle proteine totali.
E infine, visto e considerato tutto questo, e cioè che l’agricoltura è stata una grande invenzione ma ha modificato il pianeta (e distrutto molte specie), la buona notizia è che i raccolti sono aumentati in modo significativo negli ultimi decenni: con meno terra riusciamo a soddisfare le esigenze di quasi otto miliardi di persone.
C’è cibo per tutti (e in abbondanza rispetto a decenni fa) ma è distribuito in maniera diseguale e più precisamente: L’11% della popolazione mondiale (820 milioni) è denutrita, il che significa che ha un apporto calorico inferiore al fabbisogno energetico minimo (697 milioni di persone – soffrono di grave insicurezza alimentare).
Il 22% dei bambini di età inferiore ai cinque anni soffre di “rachitismo”: sono significativamente più bassi della media della loro età, a causa di una cattiva alimentazione o di infezioni ripetute.
Fonte: https://ourworldindata.org/