Oramai se ne parla: agricoltura di precisione, cioè in sintesi buoni investimenti, tanti guadagni. Ma che cos’è?
L’agricoltura di precisione: lavorare grandi superfici comese fossero molto piccole
Ma cos’è l’agricoltura di precisione? Prendete un televisore con maxi schermo, bene, quello èil vostro campo. Vedete l’immagine, e magari, ingenerale, vi sembra buona, eppure, a consuntivo, trovate delle sorprese: ci sono un saccodi elementi critici (che so, il vostro schermoconsuma troppo, sfocature, increspature ecc.)ma non riuscite a capire dove sono. Se invecescomponete lo schermo in singoli pixel, allorasarà più facile individuare l’elemento critico.Ora, nell’ottica dell’agricoltura di precisionegrande e piccolo non sono nemici, ma gemellieterozigoti, appartengono alla stessa famiglia.Come per far funzionare bene un maxi schermoè necessario controllare i singoli pixel, così unaazienda agricola con ampia superficie deve concentrarsi sul piccolo. L’agricoltura di precisioneconsente di smontare il campo in micro campi.Ogni pixel, ogni mq di terreno viene mappato(quanto azoto? e fosforo, potassio? ci sono faldeacquifere, elementi podologici che creano condizioni critiche?), sia dall’alto (con satelliti, droni), sia dal basso (con altri tipi di sensori).
Allafine integrando i dati vengono fuori bellissimemappe colorate.Se mi permettete un’analogia narrativa, il nostro campo diventa un personaggio vivo e conparecchie sfumature, di colore e intensità tonale. Possiamo vedere in quale micro camposi produce di più (e capire il perché), in qualemicro campo di meno (e capire il perché). Quic’è un elemento di novità da segnalare: non sicerca di spingere sempre più in alto la produzione, ma si tenta di estrinsecare da ogni singolo pixel il suo massimo potenziale produttivo.
Diciamo che nel nostro campo produciamocereali per 5 tonnellate per ettaro. Ciò vuoldire che in un punto produrremo 7, in altri 4,in altri 2, in altri 5, e poi queste rese faranno,appunto, media: 5 tonnellate. Se vogliamo aumentare la produzione, io agricoltore sceglieròvarietà che puntano ancora più in alto, che so,a 8 tonnellate, così da aumentare la media incampo (in un punto 8, in altro 5, e così via).
Ma se io invece di cercare rese più alte, quindispingere sempre sull’acceleratore, cerco di capire perché in quello specifico punto producodi meno, perché in quei punti la media si abbassa, allora, posso fare in modo di sistemare ilmio pixel malfunzionante e modulare l’immagine generale, cioè tirare fuori da ogni microcampo la potenzialità produttiva e qualitativa,così da migliorare l’intero campo.
Seconda novità: con l’agricoltura di precisione,posso risparmiare, e tanto anche. Che senso ha mettere la stessa quota di azoto in tutto ilcampo se in un punto i sensori mi segnalano lagiusta presenza di azoto? E, scusate il bisticcio,per far capire la precisione dell’agricoltura diprecisione, se mi accorgo che in determinatisettori del campo, che so, il terreno è più compatto (dunque meno ospitale) causa calpestiomacchine (magari l’angolo di sterzata è troppoampio), posso far leggere la cartografia completa del mio campo al satellite e teleguidarecon precisione millimetrica la macchina (unaseminatrice, una concimatrice) affinché noncalpesti quei settori del campo.
L’agricoltura di precisione richiede un approccio integrato. E’ un notevole cambiamento di paradigma: il contadino bucolico deve sparire e far postoa quello tecnologico. Cioè uno capace di collaborare con agronomi, informatici, ingegneri,perché ognuno di queste figure professionali lavora al buon funzionamento del singolopixel: così piccolo diventa grande e il grandepunta sul piccolo.