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Home Alla ricerca della madeleine perduta

Ricordi il cibo dell’infanzia? Luca Simonetti, avvocato

da Redazione
20/04/2022
in Alla ricerca della madeleine perduta
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Nicoletta Rocca (spacciatrice di vinile)

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Ricordi il cibo dell’infanzia? Annalisa Lo Porto, (fondatrice di) Flo Bologna.

Mi ricordo poco della mia infanzia, e anche di quel che mi piaceva o non piaceva mangiare. Inoltre tendo a sbagliarmi, e a volte credo di ricordare cose che mia madre e mia sorella oggi mi dicono essere completamente inventate. Mangiavamo molto bene e in modo vario, perché mia madre, un’ottima cuoca, stava attenta: tanta verdura, tanta frutta, tanta pasta, dolci fatti in casa, eccetera. Tuttavia capitavano anche periodi, diciamo così, più monotoni. Mio nonno paterno, che da anni si era ritirato in campagna, aveva un orto ben fornito, e ci riempiva di eccellenti cocomeri, finocchi, fichi, lattuga e molto altro. Una volta ebbe una produzione sovrabbondante di fave e, per smaltirle (mia madre, la classica mamma-che-ha-vissuto-la-guerra-e-ha-fatto-la-fame, aveva una autentica fobia per l’idea di buttare qualcosa), finimmo per mangiare fave a tutte le ore del giorno, in tutti i modi, per almeno un paio di settimane. Di conseguenza, da allora le fave io non posso più vederle neanche in fotografia. Ripensandoci, questa è un po’ una costante della mia vita alimentare: mi si rimpinza di un certo alimento, e a un certo punto quello comincia a farmi schifo. Sia chiaro, avevo simpatie e antipatie alimentari molto spiccate già di mio: da subito mi fecero ribrezzo il cervello, le frattaglie, la coda. Ma altre volte, è stata la passione per un cibo o la semplice ingordigia a fare il lavoro. Una volta, a casa dei miei zii, mangiai talmente tanti formaggini olandesi (avete presenti, quelli con la buccia di cera rossa) che ebbi una mezza indigestione; idem mi successe (però non ricordo dove) con le noci. Da allora, le noci e i formaggini olandesi mi ripugnano. Le vere madeleine alimentari, per me, in fondo, sono due. Una è la frittata con gli spinaci che faceva mia madre: un’omelette arrotolata intorno agli spinaci, buonissima. L’altra è la frutta che mia nonna materna ci dava quando stavamo al mare a Silvi Marina, dopo il bagno: una pesca, una prugna e un’albicocca (più o meno in quest’ordine). In quest’ultimo caso, i ricordi evocati non sono tutti piacevoli: benché il bagno fosse bellissimo, giocare coi miei cugini pure, e la frutta ottima, la vacanza con la nonna aveva anche alcuni tratti della caserma o della colonia estiva. Ma la frittata con gli spinaci mi fa tornare in mente le cene di mia madre, e il tris di frutta il mare, il sole e la sabbia di un’estate abruzzese che sembrava dovesse non finire mai.

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