Croccanti, calde, fragranti le frittelle sono sovrapposte ordinatamente una sull’altra in una piccola saporita piramide sul fondo del piatto di portata, ricoperto da uno spesso strato di carta assorbente. Sono le frittelle di carciofi che Vittoria, l’anziana domestica di casa, già al servizio di mia nonna e poi “prestata” a mia mamma, prepara e frigge con consumata abilità per il pranzo della domenica. La preparazione è laboriosa, bisogna mondare i carciofi, ricavarne piccoli cuori pelosi da immergere in acqua e limone per evitare che si anneriscano, poi sbollentarli per pochi minuti e infine tuffarli nella pastella, soffice impasto cremoso a base di acqua, farina e tuorlo d’uovo, da preparare a regola d’arte né troppo liquido, né troppo denso. Vittoria, benché appesantita dagli anni e dall’artrosi che le deforma le mani, è rapida e attenta, taglia, sbollenta, agita vigorosamente l’impasto della pastella con velocità insospettata ed ecco… i cuori di carciofo pronti da friggere. La pesante padella di ferro piena d’olio sfrigola sulla fiamma vivace mentre la domestica con mano esperta e con l’aiuto di un mestolo di legno versa i pezzetti di carciofo, che dopo pochi minuti gira con cura. La cucina si riempie ben presto dell’odore appetitoso del fritto, nonostante la finestra socchiusa, e io e mia sorella, gemelle vivacissime di cinque anni, arriviamo di soppiatto pronte a sgraffignare qualche frittella in attesa del pranzo. È quasi un rito ormai che si ripete puntualmente ogni domenica: l’anziana domestica infastidita da noi bambine cerca di difendere le sue creazioni culinarie e alza seccamente la voce brontolando “Dai, bambine, andate a giocare di là, lasciatemi friggere in santa pace, che altrimenti brucio tutto… e addio frittelle!”. Io e la mia gemella, dispettose come scimmiette, continuiamo a ronzarle intorno e appena lei gira le spalle massicce per scuotere con un movimento esperto del polso la padella, velocissime afferriamo una frittella caldissima adagiata sul vassoio da portare in tavola. E più di una volta rischiamo di bruciarci la lingua e le dita. Ma al gusto delle frittelle caldissime appena uscite dalla padella non riusciamo a resistere.