Quando si è vissuta un’infanzia serena i ricordi sono stupendi e piccoli flash ogni tanto riaffiorano alla mente. Ricordo le belle domeniche trascorse a casa dei nonni paterni e a casa di zia Nina una sorella del mio papà. Erano momenti bellissimi in quanto avevamo l’opportunità di stare tutti insieme, cugini, zii e nonni. Un ricordo per me indimenticabile di quelle allegre domeniche era: ” il pane con la salsa” a casa di zia Nina. Arrivavamo sempre di mattina presto e mentre noi cuginetti restavamo nel cortile a giocare con le biciclette, i nostri genitori salivano a casa per aiutare gli zii nei preparativi. Ma il nostro pensiero fisso era raggiungerli e chiedere quella famosa fetta di pane con la salsa. Non era una semplice salsa, ma il tradizionale ragù napoletano che zia Nina iniziava a cucinare dalla sera prima. Il profumo che usciva da quel pentolone inondava tutta la casa, tutto il palazzo fino ad arrivare giù al cortile e anche il rumore della normale bollitura era simile ad una dolce melodia. C’era insomma da leccarsi i baffi. Spesso non riuscivamo a resistere a lungo e fuori orario, disubbidendo ai nostri genitori salivamo di fretta e furia le scale per assaporare quel pezzo di pane. Io ero molto timida, di poche parole, mi imbarazzava molto chiedere qualcosa, ma quel giorno erano tali il profumo e il desiderio che con il viso rosso dalla vergogna andai da mia zia Nina e le dissi: ” signora posso avere una fetta di pane con la salsa? ”Non riuscii a finire neanche la frase che partì una risata generale dei miei genitori, nonni, zii e cugini perché l’imbarazzo mi aveva fatto appellare mia zia signora. Da quel momento il mito del ” pane con la salsa” fu ricordato da tutti.