Il canestro di pizzelle era diventato un ornamento della cucina, come una pianta o un ninnolo prezioso che piaceva a tutti e faceva bella mostra. Le pizzelle sono un dolce abruzzese che tutti in famiglia amiamo ancora oggi. Nella mia infanzia, fungevano da biscotti da inzuppare nel latte a colazione al mattino, o merenda nel pomeriggio, se facevamo bene tutti i compiti. Mamma ne faceva canestri pieni.
Sono a forma rettangolare, o con stelline forgiate da un apposito forno. Ci vogliono molta pazienza, che mamma aveva, e ingegnosità. Ricordo quando le contava e divideva con una striscia di carta per non farle attaccare e poi le distribuiva: “Uno, due, e tre a te, uno, due e tre a te”. Il ricordo più bello fu quando compii otto anni e lei fece una torta con le pizzelle decorata con la marmellata fatta in casa.
Oggi sono diventate famose in ogni borgo d’Abruzzo e nelle sagre di paese ci sono banchetti dove si fa la fila per averne una con la nutella o la crema, i forni manuali sono stati sostituiti da quelli elettrici: in me resta vivo il ricordo del canestro di pizzele come biscottini a colazione.