Spesso si sente dire che dobbiamo piantare alberi per ridurre la CO2 atmosferica (o per limitarne l’aumento) e quindi fermare o limitare il riscaldamento globale. Ad affermalo sono spesso dei grandi produttori di CO2 che vorrebbero che si piantassero alberi per compensare la loro produzione di CO2 che non vogliono dismettere. Intendiamoci il piantare alberi apporta benefici (aumenta la biodiversità, l’ombreggiamento e il raffreddamento locale), ma quello della captazione efficace e duratura di CO2 è discutibile.
Un albero in crescita assorbe più CO2 di quanta ne riemetta direttamente (attraverso la sua respirazione) o indirettamente attraverso la respirazione degli esseri che lo consumano parzialmente. Le sue foglie e rami morti aumenteranno il carico di carbonio del terreno sottostante. Tutto questo è buono, ma dura solo per un po’. Dopo uno o due decenni, il terreno si è ricostituito ai suoi piedi e le vecchie foglie morte si decompongono alla stessa velocità con cui cadono quelle nuove. E dopo alcuni decenni (dipende dal tipo di albero), l’albero smette di crescere e muore. Marcirà sul posto, o si trasformerà in carta, mobili, cornici… Solo che per quanto abbiamo detto sopra ciò dura un tempo limitato. Anche se ne piantiamo un secondo perché il primo è morto poco cambierà la situazione.
La situazione può cambiare se piantiamo alberi laddove non ci sono mai stati, cioè se piantumiamo un deserto, anche se anche qui una volta che la foresta diviene matura torniamo da capo. Ma se l’Europa forestasse a più non posso non avremo più abbastanza terra da destinare alla produzione di derrate alimentari sia per noi che per i popoli che sono impossibilitati a un’autoproduzione sufficiente. Pensiamo solo all’Italia, noi abbiamo coltivato fino a 26 milioni di ettari di terra, mentre oggi ne coltiviamo 12 milioni e tra l’altro con maggior popolazione.
Dove sono finiti i 14 milioni lasciati liberi? In parte sono finiti cementificati e qui ognuno reciti il “mea culpa”, ma su una buona parte vi si è instaurata una vegetazione spontanea anche con alberi, solo che se avessimo rimboschito scientificamente questi terreni (e soprattutto curati) non avremmo bisogno di vedere gli alunni che piantano alberi nei cortili delle scuole con grande partecipazione dei media e soprattutto avremmo migliorato il nostro sistema idrogeologico.