Aprile Aprile, in mezzo alle foglie di rosa, vado vendendo il frutto di questo mese, venite fuori donne capricciose, io vi chiamo e voi mettetevi in fila. Frutto novello del mese di paradiso! Le ciliegie!… Le ciliegie! ‘E ccerase ! … ‘E ccerase ! .. …canzone della mia infanzia (scritta da Salvatore Di Giacomo e musicata da Vincenzo Valente), la cantava mio padre prima di lui mio nonno, comunque, per dire che le ciliegie hanno un problema. Tuttavia, c’è anche una soluzione: tutti la conoscono ma nessuno la utilizza.
Per quest’anno abbondante produzione di ciliegie, dicono i tecnici, e prezzi mediamente molto bassi, infatti alcuni cerasicoltori, soprattutto pugliesi si sono lamentati. I prezzi loro pagati sono inferiori ai costi di produzione se non del costo della sola raccolta. Come mai? Si elencano vari possibili cause: la produzione abbondante, la crescente concorrenza di altri paesi mediterranei (Spagna, Grecia, Turchia…) e “last but not least sia la diminuita presenza e disponibilità di manodopera stagionale (italiana e straniera), nonché il suo costo crescente sia scarsa innovazione tecnica.
Quindi, tradotto, poche cultivar, pochi portinnesti, scarse forme di allevamento e densità d’impianto e metti poi la scarsa organizzazione dei produttori.
Eppure, c’è un’innovazione che potrebbe portare benefici: la coltivazione delle cultivar senza peduncolo. In Spagna, per esempio, è usata con successo da anni, tanto è vero che gli spagnoli hanno incrementano la produzione e l’esportazione in Europa.
Ma che innovazione è? Perché mai il peduncolo è un costo? Perché si raccolgono più facilmente (il frutto, al momento della raccolta, si distacca dal peduncolo, e la ciliegia, nel punto in cui era attaccata al peduncolo, presenta una ferita dalla quale esce facilmente il succo. Ne deriva che il frutto deperisce rapidamente e ammuffisce e, se il succo imbratta una ciliegia vicina, anche questa va soggetta a muffe e deperimento. Tuttavia, esistono ciliegie nelle quali, a maturità di raccolta, il peduncolo si distacca e il punto di distacco dal frutto risulta perfettamente cicatrizzato, impedendo la perdita di succo).
Partiamo dall’inizio Nelle cultivar tradizionali, il costo della raccolta è pari, più o meno, al 50% del costo totale di produzione.
Facciamo un calcolo. Produzione media ad ettaro di 120-130 q, la resa della raccolta manuale è di circa 10-12 Kg/ora; il costo è ovviamente determinato da quanto si paga il raccoglitore, ma ragionevolmente si può stimare un minimo di 0,50 ed un massimo di 0,90 euro/Kg.
Invece, costo della raccolta manuale delle cultivar senza peduncolo (ma è possibile la raccolta meccanizzata) si riduce fino al 50%, ciò che consente la loro vendita ad un prezzo più conveniente per il consumatore.
Tuttavia, nonostante i vantaggi oggettivi per il frutticoltore (raccolta, manodopera), per il commerciante (selezione, confezionamento) e per il consumatore (prezzo) la coltivazione di queste cultivar in Italia è zero, mentre in Spagna, nello stesso periodo di tempo, i cerasicoltori hanno valorizzato le loro ciliegie tradizionali senza peduncolo Picota, proponendole oltre che interni anche su quelli europei, Regno Unito e Germania.
In Italia, non c’è interesse. Eppure il prof. Giorgio Bargioni, già nel 1970 propose come direttore dell’Istituto di Frutticoltura di Verona, la cultivar Vittoria, frutto di un programma di miglioramento genetico iniziato anni prima, caratterizzata, a maturazione, dal facile distacco del frutto dal peduncolo con la cicatrice perfettamente asciutta.
Dunque, la migliore innovazione del mese è una nostra innovazione vecchia di 50 e passa anni che non abbiamo saputo sfruttare.
Per saperne di più:
https://www.georgofili.info/contenuti/lo-strano-caso-delle-ciliegie-senza-peduncolo/15748