L’agricoltura produce cibo, e il cibo è, soprattutto, un valore simbolico. Chi non ricorda un cibo dell’infanzia e alcuni sapori? È facile che poi, per assonanza tornino alla mente nonne, mamme, padri e parenti vari che cucinavano. Per questa ragione l’agricoltura è terreno fertile per il nostro apparato emotivo: i ricordi ci prendono la mano, li vorremmo tenere sempre con noi.
Dunque, se così stanno le cose, come trattare il tema dell’innovazione in agricoltura?
Fateci caso, davanti alla seguente domanda: preferite farvi cavare un dente da un dentista di una volta (con i macchinari del tempo che fu) o da uno moderno (con le moderne attrezzature)? Nessuno di noi esisterebbe. Vogliamo l’anestesia, trapano sottile, tecnologia all’avanguardia. Stessa domanda, ma con soggetto diverso: preferite il cibo prodotto da un contadino di una volta, o da uno moderno? Qui la risposta non è scontata, magari molti di noi preferiscono il cibo di una volta. È difficile argomentare, razionalmente, in proposito.
Una volta il cibo era scarso e di cattiva qualità, una volta c’era la fame, ecc. Tutto giusto, ma argomenti simili cozzano con il nostro apparato emotivo, cioè, appunto, vedi sopra: con i cibi, gli odori e i sapori della nostra infanzia e di rimando le nonne, le mamme, i padri insomma quelli che si sono presi cura di noi, cucinando: non vogliamo che cambino.
Tuttavia, con queste newsletter bimensili tenteremo l’impresa: prendere il testimone che ci arriva direttamente dal passato e portarlo avanti. Come dire: vero, il futuro ha un cuore (e un cibo antico) ma è necessario articolare meglio il racconto dell’agricoltura del presente, altrimenti non saremo preparati per il futuro.
Dunque, prima degli scenari futuri, qual è il presente dell’agricoltura?
E’ opportuno delimitare e definire il campo da gioco, così cambiato rispetto a quello frequentato da nostri avi.
Ogni volta che parleremo di agricoltura parleremo di quelle innovazioni che possono (o sono studiate per) soddisfare le esigenze dell’attuale campo da gioco: 8 miliardi di persone (che saranno 10 forse 11 nel 2100). Per continuare a giocare è necessario diminuire i costi e aumentare la produzione. Trovare soluzioni innovative, adatte allo scopo. Dunque, affinché ci sia cibo per tutti, è importante ci sia terra per tutti.
Racconteremo i diversi modi di coltivare, di produrre e di risparmiare. Forniremo numeri, esamineremo con spirito critico ma aperto varie forme di innovazione, e non disdegneremo storie emotive sul cibo, con la speranza che buone emozioni producano altrettanto buoni ragionamenti.