Quando il mondo era giovane e forte (cantava Lindo Ferretti) era un mondo selvaggio: dunque, foreste, praterie e arbusti hanno dominato i suoi paesaggi. Negli ultimi secoli, gli habitat selvaggi sono stati trasformati in terreni agricoli.
Un po’ di numeri: prima di tutto è utile disegnare la ripartizione della superficie terrestre globale oggi: il 10% del mondo è coperto da ghiacciai e un ulteriore 19% è terra arida: deserti, saline asciutte, spiagge, dune di sabbia e rocce esposte. Quello che resta si rubrica sotto la voce ‘terreno abitabile’. La metà di tutta la terra abitabile è utilizzata per l’agricoltura.
Bene, se torniamo indietro di 1.000 anni, si stima che solo 4 milioni di chilometri quadrati, meno del 4% della superficie terrestre libera dai ghiacci e non arida, sia stata utilizzata per l’agricoltura.
La verità? L’espansione dell’agricoltura è stata uno dei maggiori impatti dell’umanità sull’ambiente. Ha trasformato gli habitat ed è una delle maggiori pressioni per la biodiversità: delle 28.000 specie valutate a rischio di estinzione nella Lista Rossa IUCN, l’agricoltura è elencata come una minaccia per 24.000 di esse.
Ed ecco il paradosso, senza questa espansione, senza l’aumento della produzione ottenuto nel ventesimo secolo non saremo nemmeno qui a scrivere, ma probabilmente impegnati in qualche attività guerresca.
Comunque, sappiamo che possiamo ridurre questi impatti, sia attraverso cambiamenti nella dieta, sostituendo parte della carne con alternative a base vegetale, sia attraverso i progressi tecnologici.
Infatti, i raccolti sono aumentati in modo significativo negli ultimi decenni, il che significa che abbiamo risparmiato molta terra dalla produzione agricola: a livello globale, per produrre la stessa quantità di raccolti del 1961, abbiamo bisogno solo del 30% dei terreni agricoli.
Se vogliamo non dico tornare a quel mondo giovane e forte, ma perlomeno ripristinare alcuni ecosistemi selvatici, è necessario fare scelte diverse e sperimentare soluzioni nuove, senza temere di rovinare la tradizione che come dicono i dati tanto bella non è stata.