È vero, nel 2021 si è registrato un calo delle superfici destinate a coltivazioni cerealicole rispetto all’annata agraria precedente (-2,5 punti percentuali), però i cereali sono ancora il 43,9% dei seminativi – poi ci sono gli erbai e i pascoli temporanei (35,4%).
Vediamo in dettaglio l’incidenza dei cereali nel 2021. Il Nord-ovest cresce (+0,6 punti percentuali), simile a quella delle Isole ma inferiore a quella messa a segno dal Sud (+3,3 punti percentuali). Il Nord-est diminuisce (-0,7 punti percentuali) così come il Centro (-2,4 punti percentuali).
E per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle superfici investite a cereali? Il Sud ricopre una posizione di primo piano con il 30,2% del totale delle superfici (30,3% nel 2020). La Puglia soprattutto conferma il primato delle superfici cerealicole sul totale nazionale (13,7%), ciononostante al Sud si prevede il maggiore calo in termini relativi sul totale nazionale per la nuova annata agraria 2021-2022 (-1,7 punti percentuali).
Il Nord-ovest rappresenta il 22,9% sul totale delle superfici cerealicole nel Paese.
Per il 2022? Stessi numeri del 2021.
Se tuttavia, per l’annata agraria 2021-2022 il frumento duro e il frumento tenero non mostrano variazioni significative del loro peso sul totale delle superfici cerealicole, le previsioni di semina indicano una riduzione delle superfici maidicole (-0,8 punti percentuali) dovuta a una serie di fattori concomitanti (contrazione dei prezzi, elevati costi fissi e un maggiore rischio sanitario), e un aumento dell’incidenza delle superfici coltivate a orzo (+0,8 punti percentuali) che, oltre a essere destinato all’industria mangimistica trova un impiego crescente nel comparto del consumo umano, in particolare in quello della produzione del malto.
https://www.istat.it/it/files//2022/04/PREVISIONI-SEMINA-2022.pdf