Di recente si è detto che la foresta amazzonica produce il 20% dell’ossigeno che respiriamo? Vediamo: l’Amazzonia ha una superficie pari a 5,10 6 km 2 che percentualmente è pari all’1% della superficie del globo terrestre (510,10 6 km 2 ). Come potrebbe l’1% della superficie produrre il 20% di O2? Dovrebbe essere 20 volte più produttivo della superficie media terrestre e oceanica. Ma andiamo oltre nel controllo: il 50 e il 60% dell’O2 prodotto (e consumato) si trova nel mare e nell’oceano (fitoplancton, alghe, ecc.) e quindi alla superficie terrestre resta tra il 40 e il 50% dell’O2 prodotto (e consumato). Secondo calcoli un po’ approssimativi, tutte le foreste intertropicali producono circa il 25% dell’O2 prodotto nei continenti (non bisogna dimenticare le foreste temperate e boreali, le steppe e le altre savane, le mangrovie e altre foreste molto produttive zone umide, ecc.), ovvero circa il 12% dell’O2 prodotto (e consumato) sul pianeta. Se assumiamo che la foresta amazzonica produce (e consuma) circa il 40% di questo ossigeno proveniente dalle foreste tropicali (la foresta amazzonica rappresenta circa il 40% della superficie delle foreste intertropicali, perché non bisogna dimenticare l’Africa e il Sud-Est asiatici), ciò corrisponde a circa il 5% dell’ossigeno prodotto (e consumato) sulla Terra. Ma il 5%, fino a prova contraria è 5 volte meno del 20% sbandierato. Vorrei terminare con una storiella: a Venezia, dopo la messa domenicale, i maggiorenti della Repubblica si riunivano in un frutteto adiacente al Basilica di San Marco e si scambiavano pareri e notizie sui fatti della settimana. Il frutteto in veneziano si chiamava “brolo” e quindi per dare autorevolezza alla notizia avente questa fonte si aggiungeva la frase in dialetto “i lo ga dito in brolo”. Evidentemente, sarà capitato che qualche aristocratico poteva avere interesse a diffondere una certa notizia anche se non veritiera ed allora vi aggiungeva che l’aveva udita “in brolo”. Questo abuso si sarà evidentemente diffuso e, infatti, nel tempo ha provocato che “in brolo” si trasformasse in “imbroglio”.