Prima le definizioni:
I GAMMA: ortaggi nella loro presentazione tradizionale, da pulire, tagliare e preparare,
II GAMMA: conserve vegetali,
III GAMMA: ortaggi surgelati,
IV GAMMA: ortaggi o frutta preparati, pronti all’uso, già confezionati, tuttavia freschi e naturali senza alcun additivo,
V GAMMA: ortaggi precotti, grigliati, scottati a vapore senza aggiunta di conservanti e condimenti e non surgelati.
Bene, forse non tutti sanno che il consumo di prodotti IV e V GAMMA, in Italia, è cominciato nella seconda metà degli anni ’80 con un leggero ritardo rispetto alla nazione che si può considerare antesignana nel set-tore in Europa: la Francia. Poi furono riscontrati alcuni problemi di natura igienico-sanitaria (connessi a Salmonella, Listeria ecc.) e ci fu una battura d’arresto (in effetti alcune aziende benché fossero pionieri nel settore, non avevano adottato un livello tecnologico adeguato).
Solo nella seconda metà degli anni ’90 si è avuta invece una forte crescita tecnologica (e di capitalizzazione) del settore, con l’evoluzione e la nascita di imprese che hanno saputo offrire prodotti di elevatissima qualità.
Fatto sta che lo sviluppo dei prodotti di quarta gamma è dovuto al cambiamento delle abitudini di consumo degli italiani. Per esempio, a dispetto dei format culinari, il tempo totale dedicato alla spesa, alla cucina e alla tavola in Italia negli ultimi venti anni si è in pratica dimezzato, attestandosi (soprattutto nel Settentrione della penisola) su valori comparabili con quelli del Nord Europa. Cambiamenti sociali, insomma. Prima al Nord poi negli ultimi anni le regioni del Centro e del Sud della penisola.
La diminuzione del tempo passato in cucina e l’aumento dei suddetti prodotti (per risparmiare tempo), sono strettamente legati all’occupazione femminile, ma anche ad altri fattori, tra i quali per esempio la distanza dell’abitazione dal posto di lavoro- dicono i dati ISMEA (Nilsen).
https://www.colturaecultura.it/capitolo/quarta-quinta-gamma-e-convenience